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Si sta affermando nel mondo del vino la produzione ibrida.

Nel mondo delle automobili è una tendenza inarrestabile, in quello del vino si sta affermando ora e Giusti Wine, nel territorio del Montello, è tra i primi a crederci.

Stiamo parlando delle varietà di uva ibride, ovvero ottenute incrociando vitigni da varietà diverse, prodotte con l’obiettivo di ridurre fino all’85% l’utilizzo di sostanze chimiche in vigneto.

“Gli Ibridi resistenti sono una grande opportunità per rendere la produzione sempre più in armonia con l’ambiente, perché presentano un’alta resistenza alle malattie più dif use in vigneto, prime fra tutte peronospora e oidio, generalmente combattute con i fitofarmaci”. Afferma Ermenegildo Giusti, fondatore della Giusti Wine.

Nonostante siano approvate da alcuni anni e iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, oggi queste varietà sono ancora poco diffuse.

Lo spirito innovatore di Giusti, tuttavia, ha portato a sperimentare sul Montello il Merlot Korus e il Sauvignon Nepis, quest’ultimo utilizzato per la produzione del Sant’Eustachio, il vino bianco IGT più importante della Giusti Wine e già in commercio dallo scorso anno. “Il mio concetto di rispetto per l’ambiente va oltre il biologico.- Afferma. - Anche questa pratica può avere ef etti negativi se si eccede con l’utilizzo di rame e zolfo, metalli che possono accumularsi nel terreno. Sperimentare i vitigni resistenti significa per me aprire una nuova porta verso il futuro e ridurre ulteriormente l’impatto.”

La scelta di coltivare ibridi resistenti non si limita alla produzione di vino: nella nuova avveniristica cantina, sviluppata su 5 piani in gran parte ipogei, queste viti sono state scelte anche per ricoprire il tetto che riproduce l’andamento del paesaggio nella Tenuta Ava e fa da cornice al belvedere. “Lo abbiamo fatto per rispetto nei confronti dei nostri visitatori. - Conclude Giusti. – Vogliamo che, nella loro esperienza, si sentano immersi nella natura quasi fossero in un giardino di casa”.

Il Sant’Eustachio Giusti Wine è il primo vino dell’azienda a utilizzare il Sauvignon Nepis in blend con lo Chardonnay e l’Incrocio Manzoni, un vitigno strettamente legato al territorio trevigiano,  ttenuto per la prima volta alla Scuola Enologica di Conegliano nel 1924 dal prof. Luigi Manzoni. Ottenuto dalle uve delle tenute Abbazia e Maria Vittoria, ha profumo intenso con note di pesca a polpa gialla, susine e melone per evolvere poi in sentori di ginestra e camomilla. Di gusto fresco e di ottima struttura, al palato risulta pieno ed avvolgente.