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Un’avvincente conversazione con Nino D’Antonio

di Salvatore Maule

Nella mia qualità di coordinatore delle Attività integrative dell’Istituto di San Michele all’Adige, ho organizzato l’incontro di mercoledi 23 gennaio, presso la nostra Aula Magna, fra gli allievi del quinto e sesto anno e il professore Nino D’Antonio. Il quale non solo ha generosamente accettato il mio invito (pur comportando un lungo viaggio da Napoli a Trento), ma ha insistito sul fatto che non avrebbe ceduto alle lusinghe di una “lectio”.

Il suo sarebbe stato un incontro con i ragazzi e quindi una cordiale conversazione. “Animata, vivace, senza schemi precostituti, ma portata avanti sull’onda dell’interesse e della partecipazione degli studenti. Pronta, cioè, a dilatare l’argomento che tira, e a superare quello che non trova riscontri”. Così mi ha scritto in una breve comunicazione via mail.

E tale è stato il suo intervento, fuori da ogni abituale schema. Nino D’Antonio ha escluso cattedra e microfoni, ed ha parlato in piedi per ben tre ore (solo un breve spacco per un caffè) a una folla di giovani letteralmente affascinati non solo dalla sua capacità dialettica, ma dalla suggestione e dalla forza di convincimento dei contenuti.

Riassumere questo fiume dei pensieri e di parole in poche righe rischia di mortificare il valore culturale (e storico, mitologico, artistico, letterario) che ha caratterizzato la sua conversazione. E qui, senza correre il rischio di essere frainteso, posso dire che i nostri ragazzi hanno partecipato a una sorta di rappresentazione teatrale, a uno spettacolo che di volta in volta ha avuto protagonisti l’Asia Minore, la Georgia, il Kurdistan iracheno, fino alla Grecia e a Roma.

Un viaggio portato avanti con una tecnica fatta d’immagini capaci di evocare luoghi e situazioni, lontani parecchi millenni da noi. Si aggiunga a questa conduzione fra storia e leggenda, un linguaggio vivo e immediato, da straordinario comunicatore.

La conclusione è stata un ap-plauso irrefrenabile, al quale si è aggiunto l’intervento di…

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