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Enoturismo: un ponte tra spazi urbani e aree rurali

di Annibale Toffolo

La popolarità dell’enoturismo è in costante aumento e gli esperti ritengono che il movimento del turismo del vino operi soltanto al 20% del proprio potenziale e potrebbe essere facilmente raddoppiato nel prossimo futuro.

Uno dei fattori che contribuiscono all’espansione del movimento è rappresentato dalle “Strade del vino”, itinerari specifici in regioni vinicole, nonché eventi annuali come “Cantine aperte” in primavera, che attira milioni di turisti nei vigneti. Oltre ad offrire l’opportunità di vedere luoghi e metodi di vinificazione e scoprire le differenze della degustazione alla fonte, l’enoturismo fornisce ai visitatori la possibilità di apprendere le tradizioni e la cultura legate alla produzione di vino e alla vita di campagna.

Sebbene rivolto principalmente al vino, l’enoturismo consente ai turisti di scoprire le aree rurali e la loro natura, assaggiare altri prodotti agricoli, come l’olio d’oliva, e lasciarsi deliziare da una serie di cibi e cucine regionali, creando un ponte tra spazi urbani e aree rurali. In effetti, esperienze enologiche e culinarie rappresentano uno stimolo nella scelta di una destinazione per un numero crescente di persone che viaggiano nel tempo libero.

Oggi si sottolinea come il turismo del vino dimostri alte potenzialità, anche in periodo di crisi di altri prodotti.

Esso viene inoltre segnalato come un’occasione per rivitalizzare il territorio e le aziende agricole e di fornire stimolo al controllo e miglioramento della qualità e per aiutare lo sviluppo occupazionale e coinvolgere i vari soggetti locali.

Scegliere la strada del turismo del vino, per un territorio che abbia come risorsa i prodotti enogastronomici, è oggi una opportunità da considerare, visto l’interesse per questo tema sia dei consumatori, sia dei mezzi di comunicazione (che condizionano la domanda) e anche per l’attenzione mostrata per il tema a livello politico, amministrativo e di movimenti di idee.

Annibale Toffolo

 

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