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La restera: nel giardino di Venezia

di Paolo Pilla

È stato inaugurato l’ultimo tratto della ciclabile Monaco – Venezia, la tappa che parte da Treviso. La giornata prevedeva di far godere agli invitati il percorso in bicicletta da Treviso a Casale sul Sile, lungo l’Alzaia con belle biciclette messe a disposizione dal Comitato, e percorrere poi un tratto di fiume imbarcati in un battello. Il forte maltempo ha limitato il programma, peccato, perché è incantevole andar per barca sul Sile.

Il territorio veneto è abbastanza ricco di percorsi turistici in bicicletta; questo pezzo lungo la Restera, ultimo tratto della lunga pista Monaco-Venezia è una chicca. È stato realizzato a cura di “Rete di impresa Cycling in the Venice Garden”, di cui è presidente Giulia Casagrande, con l’apporto sinergico di Andrea Lenzini (Treviso Viale IV Novembre, 30). A Lenzini fa capo una serie d’iniziative utili per chi intende godere questa parte di pista ciclabile: il noleggio dei vari tipi di bici, la messa a disposizione di uno spogliatoio, di un armadietto dove lasciare gli abiti da città e indossare quelli del ciclista, la doccia, l’eventuale accompagnamento, l’assistenza per il ritorno se dovesse servire. Persona e ambiente interattivi, indispensabili per godere appieno di quell’ultimo tratto del grande tracciato. Per chi non lo sa, l’Alzaia, anzi le alzaie, sono gli argini del fiume compattati a formare stradine in terra battuta, usate dai “barcaroli” per risalire il fiume con i “burci” carichi di mercanzie destinate a Treviso, utilizzando lunghe corde (“le singie”). E là dove la corrente era troppo forte, c’era l’aiuto del cavallo o del bue.

Il fascino subìto nel fare questo percorso in bici, è tal quale un tempo. La bellezza del Sile, il più lungo fiume d’Europa che scorre interamente in pianura, è unica. Acqua di risorgiva che nasce qualche chilometro a nord di Treviso, riemerge con polle argentee (i fontanassi), in quel di Casacorba. Dalla montagna, dopo il lungo percorso compiuto sotto il suolo in cui si arricchisce di sali minerali, risulta eccellente, cristallina acqua da bere. Si fa presto fiume, che scivola silenzioso al mare, lentamente, a portata costante, mai arrabbiato, quieto e gentile. La sua calma energia ha fatto girare lungo tempo le ruote dei mulini. A rendere ancora più bucolico l’ambiente, l’incontro con gli animali che vi soggiornano: anatre, cigni, gallinelle d’acqua, e tanti uccelli.

La nuova pista ciclabile che collega la metropoli tedesca con la perla della laguna in Adriatico, lunga 560 km, è progetto dell’Unione Europea sovvenzionato da proprio Fondo, si sviluppa su tre nazioni. Valica le Dolomiti - tratto delle Alpi patrimonio mondiale dell’UNESCO-, corre a fianco di splendidi laghi e di potenti fiumi, incontra elevati castelli e antiche fortezze. Prima di arrivare a Venezia attraversa grandi città metropolitane come Monaco e Innsbruck, piccoli centri romantici come Bressanone. L’avvio da Treviso è da “dove Sile a Cagnan s’accompagna” di dantesca memoria, che si trova in città, accanto all’università. Subito si affianca alle mura trevigiane, quelle mura che al loro interno racchiudono un intrico di Cagnani, per cui Treviso è nota come “città d’acque”. È immediato l’incontro con la “Restera” dove il Sile compie numerose anse; l’ambiente diviene via via più affascinante, finché si arriva nei pressi dei vecchi mulini Mandelli, ormai archeologia industriale.

Proseguendo lungo il fiume s’incontra un ponticello arcuato. Se lo si attraversa, si prosegue lungo un ramo secondario, il “Sil Morto”, fino ad incontrare il cimitero dei burci, posto molto suggestivo; e poi Casier con il suo porticciolo, e il famoso orologio funzionante con il movimento dell’acqua. Più avanti si incontra la bella oasi di Trepalada, e per finire il fascino della gronda lagunare che da Portegrandi porta a Cavallino. Ecco Venezia, premio di tanta pedalata.

Per gli appassionati della bicicletta, quei 560 km del percorso da godere con il più ecologico dei mezzi di trasporto, permettono un turismo di sano sport.

Comprende 3.000 metri di dislivello, (per qualche tratto è possibile servirsi di mezzi pubblici: bus, e anche treni appositamente organizzati). E sono presenti molte postazioni, predisposte per l’assistenza alla bicicletta oltre che al ciclista.

In atto, o in progetto, lungo tutto l’itinerario ci sono inoltre numerose varianti da non trascurare, perché di sicuro interesse.

Oltre a poter consultare una guida ciclistica 1:75.000 con mappa panoramica, è possibile utilizzare la funzione GPS per pianificare un itinerario personalizzato. L’intera tratta è inoltre provvista di cartelli segnaletici, che invitano anche, cosa non trascurabile, alle interessanti deviazioni.

L’Italia, in particolare il Veneto, come già dicevo, ha tanti percorsi ciclabili legati al turismo; questo è certamente tra i più interessanti.

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