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I vini rosati: freschi e profumati

di Alberto Cisotto

I migliori vini rosati italiani si suddividono in tre tipologie: fermi (o tranquilli), frizzanti e spumanti. In generale, i vini rosati sono molto freschi e profumati. Prima di entrare nel dettaglio, però, ci sembra d’obbligo un breve chiarimento sull’origine di questo particolare tipo di vino. Innanzitutto sfatiamo una convinzione comune: i vini “rosati” non sono il risultato di una miscela fra vino bianco e vino rosso, pratica peraltro illegale in Italia. Il colore rosato di questi vini, infatti, deriva dall’uso di una particolare tecnica di vinificazione: le bucce dell’uva vengo lasciate a macerare direttamente sul mosto per un periodo variabile da poche ore ai due giorni. E’ proprio il contatto prolungato fra bucce e mosto a determinare il colore rosato del liquido. In fase produttiva e di vendemmia, la principale differenza che si riscontra rispetto ad altri vini sta nell’accurata scelta delle uve da utilizzare. Per fare il vino rosato, infatti si può scegliere di usare soltanto vitigni a bacca rossa, oppure mescolare uve bianche e uve colorate. Quello che realmente incide per fare il vino rosato è la presenza o meno delle vinacce, vale a dire delle bucce degli acini. Le vinacce vengono mantenute a contatto con il mosto quando si fa il vino rosso, ed eliminate quando si fa quello bianco. Per ottenere la colorazione rosata del vino, le vinacce di uve rosse vengono tenute a contatto con il mosto solo per un breve periodo di tempo, dalle 24 alle 48 ore. In questo modo il mosto prende una colorazione rossastra...

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