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Il vivace Vespaiolo

di Francesca Rizzo

Un fazzoletto di terra addossato alla pedemontana vicentina, 18 chilometri in lunghezza e cinque in larghezza. Il territorio della D.O.C. Breganze va dalla vallata dellíAstico e fino alle rive del Brenta, comprendendo anche il territorio bassanese a destra del fiume, quasi ai confini della provincia di Treviso. Di quest'area, la città di Breganze, che le da il nome, è quasi il centro geografico, mentre gli altri capisaldi sono a ovest Thiene e ad est Bassano del Grappa. Quella del "Breganze" è una D.O.C. che può essere definita piccola se rapportata al complesso del panorama veneto, ma che affonda le sue radici in una tradizione millenaria, testimoniata come pregiata sin dal 1200 ed in terreni particolari che esaltano le qualità dei vitigni, sia autoctoni sia di più recente acclimatazione. Le condizioni ambientali sono fondamentali: le caratteristiche del terreno, di natura vulcanica, e del clima mite ed asciutto sono in grado di esaltare al massimo le doti intrinseche dei vitigni coltivati in questa zona. L'aristocrazia dell'entroterra veneto aveva anche in questi luoghi le proprie ville con annesse cantine, spesso di dimensioni notevoli. Perizia e desiderio di innovazione portarono Breganze a costruire tra l'Otto e il Novecento una piattaforma ampelografica capace di preservare le peculiarità del territorio.

La vite nella zona di Breganze, pur presente sia in epoca preistorica sia durante la dominazione romana, trova le prime testimonianze nel 1200 quando, il Podestà di Vicenza decretò il disboscamento a favore della vite a testimonianza dell’importanza di questo prodotto.

Nel periodo della Repubblica di Venezia i vini di Breganze ed in particolare il Vespaiolo, entrano nei racconti degli avvenimenti del tempo: il re Carlo V, soggiornando nella zona per incontrarsi con Papa Clemente VII ottiene in regalo un considerevole numero di botti di “vino Bresparolo”.

Nel 1610 Andrea Scotto nel suo “Itinerario”, elogia la produzione vinicola vicentina e cita…

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