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Un Natale in attesa di normalità

di Annibale Toffolo

Sono comprensibili i dispiaceri di chi vorrebbe un Natale normale, con le tradizioni che siano tradizioni, con tutti gli affetti riuniti intorno all’albero e al presepe. Però questo Natale non sarà come gli altri Natali. Un 24-25 dicembre meno festaiolo può contenere le sue positività. Non è vero, a dispetto di qualche regola mal concepita, che non possiamo passare le feste natalizie rispettandone le tradizioni.

Proviamo a fare un Natale tra pochi intimi, come momento di raccoglimento, può valere come un rito di passaggio, di quelli che servono a crescere.

Questo è il momento perchè la Chiesa e i mondi vitali comincino a seminare e a selezionare, perchè il dopo sia buono.

Ecco, il dopo si forma adesso e se tutti hanno capito la gravità del momento e la portata della sfida che ci attende, non ci possiamo attardare nel rimpianto di una normalità per ora impossibile e fingere che possa essere come prima, anche se l’ottusità di certe decisioni ce lo farebbero pensare.

Il Natale nella sua versione Sacra come in quella profana è un momento fondamentale della vita della nostra comunità, ma anche la lotta al virus lo è assolutamente. I due concetti posssono benissimo stare insieme, a patto che si colga il fatto che stavolta questa festa può servire a recuperare una spiritualità anche civile, uniti si vince ognuno nel suo nucleo ristretto, anzichè risolversi nella solita festa che se tutto va bene si farà l’anno prossimo. E questo Natale non allenta i rapporti famigliari, semmai li solidifica perchè fa sentire il bisogno degli altri ancora più fortemente e ciò unisce e crea una condivisione di destini che è quella che rende solida una società e capace di farla protagonista di una storia.

Insomma, non ha mai avuto tanto senso il Natale come momento di raccoglimento quanto ce l’ha quest’anno. Ora pensiamo ai nostri anziani (io sono uno di questi) e i bambini - le fasce più deboli nella pandemia - garantendo loro una protezione e preoccupandoci soprattutto di far star bene loro.

È l’augurio più bello che ci possiamo fare.

Tanti auguri.

Annibale Toffolo

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