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Cantina Toblino: vini di montagna

di T. V.

In alto, talmente alto che più su non vive. La vite, sulle Dolomiti, è uno dei più importanti indicatori ambientali. Sancisce limiti, scandisce il territorio. Senza tentennamenti. E’ la pianta che meglio interpreta la fatica dei montanari. Gente che dalla loro vigna hanno sempre ricavato sollievo, non solo economico. Semplice, franco, buono come solo le cose schiette sanno esserlo. Qualcuno ha definito il vino dei montanari una sorta di ‘peccato alcolico’.

Di sicuro fare vino in quota non è per tutti. Caparbietà, esperienza e fatica. Tra filari di campi vitati strappati alla montagna, pendii ripidi, talvolta a rischio di equilibrio, ma splendidi crinali dove la vite alligna con grazia, non solo estetica. Colture di montagna che sono contemporaneamente barriere e cerniere, che rifiutano o rilanciano, selezionando secondo natura solo i riscontri di maggior significato. Amenità paesaggistica, caparbietà rurale. Senza soste. Un vigneto collinare non sopporta la meccanizzazione. Solitamente troppo poco esteso – la frammentazione fondiaria è caratteristica portante di tutto il sistema agricolo trentino – e comunque troppo ripido. Forme d’allevamento – la pergola non a caso identifica la coltura della vite nella zona dolomitica – per sfruttare meglio l’esposizione delle piante al sole, per recuperare ogni minuscolo appezzamento, terreni sorretti da mura di sassi a secco, tra l’azzurro del cielo alpino e quello di tanti specchi d’acqua, torrenti o ruscelli che solcano le vallate. Vigneti arditi. Dove si deve operare ancora con la manualità, gesti e metodi agricoli che ben poco concedono al risparmio, altro che part-time o impegno saltuario di facile pianificazione. In vigna ci si vive. Quotidianamente, dalla potatura invernale fino al rito della vendemmia. Ogni anno, di anno in anno, apparentemente sempre uguale eppur sicuramente diversa. Lo garantisce la variabilità delle zone vitate, diverse, affascinanti, ognuna con specifiche peculiarità, inconfondibili.

Specialmente se l’unicum è riferito alla Valle dei Laghi, Toblino come sfondo. Inconfondibile in tutto. Come i vini di montagna, i vini delle Dolomiti. Hanno davvero qualcosa di speciale ... Che li rendono inimitabili proprio come il lago di Toblino.

 

 

L’OSPITE ACCOLTO DA RINNOVATA CORDIALITA’

 

Hosteria Toblino, avamposto del gusto di Cantina Toblino, rinnova il suo staff e Franco Zanella entra in squadra come ‘capitano’ di una golosa brigata di giovani osti. Per rilanciare la consolidata gamma delle proposte enogastronomiche, per cimentarsi in nuovi progetti. Sempre con la schietta intenzione di garantire un servizio altamente professionale e mettere a loro agio gli ospiti del nostro fornito spazio riservato alla ristorazione. Sommelier tra i protagonisti della recente ‘nouvelle vague’ del vino trentino, Franco Zanella ha maturato esperienze enoiche in prestigiosi ristoranti, non solo italiani. Studiando lingue, confrontandosi con i più autorevoli degustatori di vino, in costanti comparazioni sensoriali, per capire l’evoluzione stessa del vino, per suggerire consigli assolutamente appropriati. Impegno caparbio, costante, stimolato dalla passione per tutto quanto è legato alla promozione del vino. Ma anche deciso a scommettere sul futuro di una professione che vuole non solo condividere piaceri enoici, ma pure stimolare sogni. Proprio così.

Consentire all’ospite, a quanti sostano ai tavoli per mangiare, di vivere pure un’esperienza sensoriale assolutamente semplice quanto memorabile. Gustando sapori per liberare giusti pensieri. Ospiti giustamente esigenti, che tra le primarie, immediate suggestioni della Cantina Toblino, vogliono carpire giuste sensazioni di benessere. Cercando stimoli che appaghino non solo l’appetito, ma pure la loro voglia di conoscere la cultura del luogo dove hanno deciso di sostare per un momento conviviale. Così la nostra Hosteria accoglie l’ospite con rinnovata cordialità. Un servizio-sala in maggior sintonia con lo staff della nostra tipica cucina trentina. Per piacere… ancora di più.

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