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I sensi piacevoli delle Bollicine

di Michele Scognamiglio

Nel vasto panorama dei vini rifermentati, la scena quasi sempre la ruba lo champagne, la cui notorietà è diffusa in tutto il mondo ed il cui uso ha assunto una potente valenza simbolica associata all’idea di festa, gioiosità e di lusso.

In pochi sanno però che al ricercato vino francese sono state attribuite nel corso dei secoli molteplici proprietà preventive e terapeutiche alcune delle quali sostenute da più di un fondo di scientificità.

Dietro ed intorno alla storia dello champagne si celano tante storie ed aneddoti che nel corso degli anni ne hanno accresciuto ulteriormente il fascino, la popolarità ed anche l’impiego per più piccanti finalità, lontano dalla tavola.

Secondo una leggenda assai diffusa, pare che la coppa per lo champagne sia stata modellata per accogliere le dimensioni e la forma dei seni considerate perfette, di Jeanne Antoinette Poisson, passata alla storia come Madame de Pompadour.

La passione dell’amante preferita di Luigi XV per lo champagne è ben nota.

A quanto pare, sembra anche che rivelasse con orgoglio alle malevoli dame di corte, desiderose di decifrare i segreti della sua bellezza e del suo aspetto sempre luminuoso, che tutto dipendeva soltanto dal vino francese: “capace di farla apparire al meglio la mattina anche dopo una festa scatenata”.

Di afrodisiaci, ovvero di alimenti capaci di accendere ed alimentare la fiamma della passione nell’intimità delle lenzuola, se ne parla dall’alba dei tempi.

Statene certi, ogni alimento che si è guadagnato una certa reputazione di esaltatore o più semplicemente di amico della sessualità, se non tutti, in molti, chi con maggiori, chi con minori soddisfazioni, ne hanno sperimentato le decantate capacità.

Lungo l’elenco, oltre a champagne e bollicine in generale, tra quelli ritenuti più promettenti è necessario ricordare peperoncino, fragole, ostriche, asparagi, cioccolato, cocomero, sedano o spezie come lo zenzero e lo zafferano.

Partendo dal sacrosanto assunto che il più potente ed imprescindibile organo sessuale risiede nel nostro cervello, sono obbligato a due precisazioni, una da Biochimico e l’altra da specialista in Scienza dell’Alimentazione.

La prima.

Migliorando sempre più la conoscenza relativa alla composizione degli alimenti, in molti di quelli sopraelencati (e di tanti altri ancora) sono stati individuati particolari componenti in grado di esercitare almeno da un punto di vista biochimico un effettivo coinvolgimento nei complessi e solo in parte esplorati meccanismi della sessualità.

La seconda.

Nulla quaestio rispetto agli alimenti, con moderazione ed inseriti nell’ambito di una dieta variegata e bilanciata, tutti apportano benefici alla salute in generale.

E mantenersi in salute è sempre sexy e ci aggiungo io ...a prescindere, come ripeteva l’indimenticabile Principe della comicità.

Publio Ovidio Nasone (43 a.C. - 18 d.C.) uno dei massimi esperti dell’antichità di faccende amorose al punto da elevarle ad una vera e propria forma d’arte e di dedicare all’argomento un testo di riferimento per i latin lovers dell’epoca, attribuiva al vino in generale un aiutino tutt’altro che trascurabile

... “I vini preparano gli animi e li rendono aperti agli ardori ..e Venere nei vini diviene fuoco aggiunto al fuoco”..

Anche in tempi più recenti al vino, è stata riconosciuta una funzione per così dire facilitante il lavoro di Venere e dare quel tocco in più di romanticità e sensualità alla serata.

Il merito sarebbe dell’alcol che al pari di altri sostanze psicotrope, ovvero capaci di influenzare le funzioni psichiche, ha effetti dose-dipendenti che dipendono in buona sostanza dalla quantità che se ne assume.

Un consumo moderato, può esercitare in entrambi i sessi un aumento del desiderio sessuale, della disinibizione, dell’eccitazione e finanche dell’intesa con il partner, smorzando eventuali tensioni ed amplificando le piacevoli sensazioni durante l’incontro dei corpi. Al contrario, un consumo eccessivo può portare alla cosiddetta miopia alcolica, che oltre a farci trovare attraenti persone che da sobri non avremmo nemmeno notato, espone ad un maggior rischio di comportamenti pericolosi e sconvenienti. l’alcol è una sostanza dose-dipendente,

Visto che i danni in termini di performances amorose, riguardano più i maschietti, mi sento di raccomandare ai sciupafemmine di avvicinarsi alle bevande alcoliche con moderazione per evitare che nottate indementicabili, finiscano per essere ricordate per sempre ma con disonore.

E’ lo stesso Ovidio a ricordarcelo:

“Dunque, allorché offerti ti siano i doni di Bacco imbandito e una donna avrà parte del tuo stesso triclinio, prega le sacre divinità notturne di evitare che il vino ti danneggi la testa (e la festa)”

Recentemente, anche la Scienza è corsa a dar sostegno alle proprietà stuzzicanti del pregiato champagne e di più abbordabili bollicine.

Uno studio condotto da ricercatori francesi e pubblicato sulla statunitense PNAS, la prestigiosa rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, ha rivelato che un possibile contributo potrebbe derivare da due particolari molecole aromatiche (terpeni più precisamente) il mircene ed il timolo nascoste nel cosiddetto perlage.

Il mircene, genera aromi piacevoli ed assai intensi che ricordano in qualche modo quelli del muschio e dei chiodi di garofano.

La fragranza è caratteristica dei fiori di alcune varietà di canapa e di erbe medicinali ed aromatiche quali a titolo di esempio la verbena, la citronella, il luppolo ed il rosmarino.

Sebbene gli studi clinici sull’uomo siano molto limitati, diversi test condotti su animali e su modelli cellulari suggeriscono che al mircene potrebbero essere attribuiti molteplici effetti biologici ed in particolare, sedativi, antinfiammatori, antiossidanti ed analgesici

Il timolo è un fenolo monoterpenico presente in abbondanti quantità nelle piante del genere Thymus, da cui prende il nome.

Numerosi studi ne hanno dimostrato gli effetti antimicrobici, in particolare antifunginei ed antibatterici oltre a quelli antiossidanti, stimolanti ed antitumorali.

Per giustificare l’azione afrodisiaca delle due molecole, è stata avanzata un’ipotesi assai suggestiva, per descriverla, occorre partire dalla considerazione che da un punto di vista chimico, esse hanno la particolarità di essere contemporaneamente sia attratte (idrofile) che respinte dall’acqua (idrofobe).

Questa singolare caratteristica fa sì che per non correre rischi di incompatibilità con l’acqua che è il principale ingrediente del vino, rimangano confinate all’interno delle bollicine gassose.

Una volta che queste risalgono nel calice e si rompono, liberano i due terpeni ad elevato peso molecolare e dall’aroma assai penetrante.

Una volta fuori dall’involucro gassoso, mircene e timolo, potrebbero agire da feronomi a livello di una particolare area del sistema nervoso, l’ipotalamo innescando il rilascio di stimoli diretti agli organi sessuali e la conseguente produzione di ormoni.

Sarà vero?

E’ ancora presto per giungere a conclusioni definitive.

Forse, la spiegazione più semplice e più verosimile dell’ effetto hot delle costose bollicine francesi l’ha fornita una loro grande estimatrice, Marilyn Monroe, la diva di Hollywood più famosa e chiacchierata di sempre.

“Lo champagne fa bene all’umore e il buon umore fa bene a tutto” Concludo con un messaggio di speranza.

Se non potete permettervi champagne, non disperate, vi sono alternative meno care ed altrettanto efficaci.

I benefici sopra descritti si possono conseguire con tutti i vini rifermentati sia con il metodo Martinotti-Charmat che con il Metodo Classico (per i comuni mortali) e che solo per i più chic francesi diventa Champenoise.

Semaforo verde quindi ai tricolori e prestigiosi Prosecco, Franciacorta, Trento, Alta Langa, Oltrepo’ Pavese e perchè no pure ad un buon Asprinio, scusate il campanilismo, tutt’altro che celato. In tutta onestà, non credo si tratti poi di una ...vitaccia.

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