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Golf resort Donnafugata

di Paolo Pilla

Siamo al 194 di Contrada Piombo, nel ragusano, area naturale protetta, letteralmente immersi nella macchia mediterranea. È un po’ difficile arrivare, ma, “per aspera ad astra”; un hotel cinque stelle, un angolo di Sicilia affascinante, le terre di Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo! È lontano il posto, ma vale la pena andarci. Intriso di colori unici, di aromi inebrianti, silenzi, un cielo stellato ben difficile da vedere altrove.

C’era un tempo, una vecchia torre duecentesca; su di essa nell’800 fu edificata una magione gentilizia, il castello, che divenne il centro di vita mondana dell’epoca, dove il barone Arezzo, senatore del Regno, riceveva con sfarzo i suoi ospiti. Il nome curioso Donnafugata, è legato a una leggenda: la rocambolesca fuga che la regina Bianca di Navarra, imprigionata in una stanza del castello dal malvagio conte Bernardo Cabrera, riuscì a fare attraverso le gallerie. Il termine in dialetto siciliano sarebbe “Ronnafugata”, che sta per “donna fuggita”. Questa è la possibile derivazione del nome, ma altrettanto verosimile è che il nome Donnafugata derivi dall’arabo “Ain-jafat”, che significherebbe “Fonte di salute”. A soggiornarvi, si capisce che entrambe le teorie possono considerarsi valide. I pregevoli saloni, la facciata gotica orlata di merli, le grandi bifore a sesto acuto, il parco, il “Pirdituri” cioè il labirinto in pietra, l’insieme architettonico, ha destato l’interesse di registi, che hanno usato il castello come set cinematografico. Il più “forte”, Luchino Visconti, ha girato qui “Il Gattopardo”, con Burt Lancaster e Claudia Cardinale, impegnati nella famosa scena del valzer.

Questi sono anche i luoghi di Montalbano, ricchi di ville eleganti dall’architettura barocca.

Una terra straordinaria, generosa, che riesce a dare frutti deliziosi, far crescere alberi grandiosi (stupore creano i due immensi carrubi posti a guardia dell’ingresso dell’hotel).

Per arrivarci c’è l’aeroporto di Comiso nelle vicinanze, ma per chi abita nel nord-est è più semplice prendere l’aereo a Treviso e atterrare a Catania, per proseguire poi con l’auto fino a Donnafugata. L’ultima volta che sono andato, ho percorso questa strada, daLpaesaggio inconfondibile, con attenzione concentrata: ebbi infatti a percorrerla già nel 2012, anche allora per sostenere un Campionato. La trovai costeggiata per tutta la sua lunghezza di poco edificanti oggetti spazzatura, che disturbavano lo sguardo del bel panorama. Me ne dolsi allora, mi ha fatto piacere la volta successiva, la strada era pulita.

Il Campo da Golf si estende su 200 ettari, e ha due percorsi: il Parkland, disegnate dal leggendario Gary Player giocatore, e progettista di fama mondiale, e il Links, progettato da Franco Piras, che di Gary Player è stato riconosciuto progettista in Italia. Bellissimi entrambi. Percorrere il Parkland significa procedere tra ulivi e carrubi, veramente immersi nella natura. I sorprendenti scorci, poi, valorizzano la manifesta bellezza di quella terra. Ricchi di fascino i muretti a secco che si accompagnano alle buche, sempre nuove, e diverse. I bunker, anche se non numerosi, sono profondi; insidiano i green, impongono attenta strategia di gioco. Peccato che non si possa vedere il mare che pure è vicino, ma ugualmente si può respirare quella buon’aria. Per goderlo appieno, bisogna giocare sul Links, il secondo affascinante percorso accanto a spiagge incontaminate. Due laghi, che soddisfano i fabbisogni irrigui, incorniciano le ultime buche, oasi naturalistica ricca di uccelli migratori. All’orizzonte, i monti iblei, che in concreto circondano il sito. Nel 2011 il Campo ha ospitato i professionisti dell’European Tour per l’Open di Sicilia, poi è stato sede della finale dell’Italian Major, e del Campionato Internazionale Femminile.

Il vento è piuttosto frequente, prevalentemente soffia provenendo dal mare, ma non è limitante, io lo trovo gradevole. È piuttosto il rough a creare qualche difficoltà, finendo per aver significato sugli score. L’erba del rough è profumata, ma non perdona. Se si esce anche di poco dal fairway, ci sono grosse difficoltà a trovare la palla: l’erba la inghiotte, e poi si richiude. Spesso si trova solo se si ha la fortuna di calpestarla. Sono un po’ lenti i green, i bunkers con la sabbia un po’ dura e con tanti sassolini, ma eccellenti i fairways.

L’area è archeologica, accanto alla buca sei ci si può meravigliare visitando una necropoli greca del VI sec a.C., di proprietà del resort. Sono tanti i dintorni da visitare nella Val di Noto, alcuni con il patrocinio dell’Unesco quali Ibla, Modica, Noto e Scicli. Se non si ha il tempo di visitare tutto, sicuramente è opportuno far una capatina al castello, e concedersi una cena a Scoglitti, al “Sakalleo”. Straordinario! Non si ordina il menu, si mangia il pescato del giorno, dal peschereccio del ristorante. Non intendo elencare i quindici piatti diversi di pesce tra crudo e cotto che mi sono stati serviti, accompagnati da due vini superbi. Grillo il bianco, e Syrah il rosso. E poi i dessert, squisiti, rigorosamente della casa, dal sapore inconfondibile di Sicilia. C’ero stato anni prima, ospite del padre di Giada, ed era stata una meraviglia. Ora è la bellissima figlia a condurre il ristorante, e il trattamento non è cambiato. Il pesce qui ha un altro sapore, e poi tutti sono affabili e disponibili. Il piatto che ho maggiormente apprezzato? La pasta al fumé di triglia con vongole e bottarga, inimitabile!

Complimenti Sicilia, sei tutta grande!

Il resort è un albergo a cinque stelle, che conserva il fascino della grande, antica tenuta signorile appartenuta ai Marchesi Arezzo. Elegante e spazioso, l’hotel può contare su 194 camere e suite, numerose sale meeting, una Spa di 900 mq con piscina e palestra, cinque adeguati ristoranti, in una Regione ospitale ricca di testimonianze del passato che sono nell’aria, si respirano. La storia, la cultura, il clima, il cibo, il mare, il sole, rappresentano l’eccellenza per il turismo internazionale.

Tutta questa dovizia, in un ambiente da favola, non manca di frequentatori, e tuttavia è ora in difficoltà: la società di gestione è stata dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Ragusa nel maggio 2018.

Non è dato capirne i motivi, il Resort era e continua a essere oggetto di numerose prenotazioni. In attesa di congrue offerte d’acquisto, il Tribunale di Ragusa riceve le offerte di affitto per la continuità dell’attività e la tutela dei beni che la compongono. Di sicuro una struttura di tale bellezza, una delle più attraenti presenti sul territorio, non potrà svanire nel nulla.

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