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L'indispensabile Cipolla

di Enzo Gambin

All’alba della civiltà la cipolla era già tra gli erbaggi più ricercati e consumati dall’uomo e lo è ancora sola o incorporata nelle preparazioni culinarie per insaporire piatti, assieme all’olio, alle carote e al sedano. La cipolla è la base del “soffritto”, elemento fondamentale per favorire la “presa di corpo” di moltissime ricette. Nella lingua greca antica la cipolla era indicata col nome di “sial”, da cui deriverebbe “scalogno”, ortaggio simile alla cipolla; i latini la chiamavano “cepa”, poi divenuto “cepŭlla”. Entrambi i nomi greci e latini hanno orini tanto remote che non se ne conosce ancora la provenienza. Certo è che nell’antico Egitto la cipolla aveva grande reputazione, era un cibo d’uso quotidiano e, per la sua forma sferica, con all’interno anelli concentrici, figurava un simbolo celeste di protezione. Probabilmente per questo, in affreschi all’interno delle tombe, la cipolla era posta nella mano dei defunti, quale viatico per l’aldilà. Era credenza che il forte odore della cipolla aveva il potere di ridonare il respiro ai morti, non a caso, nelle orbite degli occhi di Ramesse II, furono rinvenuti resti di bulbi di cipolla.

Erodoto di Alicanasso, 484 a.C. - 425 a.C, storico greco, nella sua opera “Storie”, riportava che nella “Grande Piramide di Cheope”, vi era: “Un’iscrizione egiziana sulla piramide fa sapere quanto si è speso in syrmaia, in cipolle e in agli per i lavoranti. E se ben ricordo quello che mi diceva l’interprete leggendo l’iscrizione, furono pagati mille e seicento talenti d’argento” - II libro “Euterpe” (125 - 6).

Nell’opera i “Deipnosofisti”, “I dotti a banchetto”, del 192 d. C, di Ateneo di Naucratis, II – III sec. d. C., si raccontava che la dea Latona, incinta di Apollo, fosse stata colta da una voglia incontrollabile di cipolle e solo queste riuscivano a farla mangiare, IX - 371F.

Dioscoride Pedanio, 40 – 90, botanico e medico greco, vissuto nella Roma di Nerone, citato da Dante nel quarto canto dell’Inferno, nel…

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