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Èthos: resistente ed elegante

di Claudio Fabbro

Sono passati vent’anni da quando alcuni giovani ricercatori dell’ Università di Udine avviarono un progetto teso a lanciare talune viti resistenti in contrapposizione alla chimica invasiva antiperonosporica.

Nel 1998 i proff. Raffaele TESTOLIN, Michele MORGANTE e Enrico PETERLUNGER proposero ai vertici politici d’allora di procedere in tal senso, dati e costi alla mano, e trovarono terreno fertile.

Anche Istituzioni, Enti, Associazioni, Consorzi , qualche Banca e varie aziende vitivinicole si unirono a loro e la ricerca, fra alti e bassi, andò avanti.

Ma in Italia la burocrazia, si sa, ha tempi biblici e pertanto non si meraviglierà di certo, il Lettore, se per trovare sulla tavola di un ristorante un gran bel vino , elegante e da uve resistenti, ha dovuto attendere 20 anni !

Nel frattempo la ricerca è proseguita con determinazione ed accanto ai citati pionieri ritroviamo , tra gli altri, personaggi giovani e motivati del calibro di Gabriele Di Gaspero ( Istituto Genomica Applicata - IGA –Udine ) ed il lider maximo del vivaismo mondiale , il dr. Eugenio Sartori , direttore generale dei Vivai Cooperativi di Rauscedo (VCR ) .

 

Èthos in anteprima

Sono stati questi due tecnici ad illuminare giornalisti ed addetti i lavori in un’anteprima , lo scorso 15 febbraio, in quel di Camino al Tagliamento, dove l’Azienda FORCHIR ( leggasi Gianfranco e Giulia BIANCHINI) ha presentato èthos , cioè il primo vino da “VITI RESISTENTI” che il consumatore potrà godersi al ristorante e non in un laboratorio, in pari dignità con altri vini , siano essi “da tavola”, DOC o DOCG .

Fino ad ora chi scrive ( e che ha avuto l’onore di coordinare l’evento del 15 febbraio dai FORCHIR ) di degustazioni “microvinificate ne aveva fatte parecchie ( quasi tutte a CASA 40 – VCR, diretta dal dr. Francesco ANACLERIO, con Eugenio SARTOR ).Ma fra degustare un campione da piccole vasche inox oppure dalla bottiglia , che ha avuto un percorso ben diverso, passa una differenza sostanziale.

INCROCI E NON MODIFICAZIONI GENETICHE

Aspetti scientifici da un lato ( ben spiegati da SARTORI e DI GASPERO ) ed organolettici dall’altro ( una quarantina di fini palati , tecnici e penne importanti presenti ai lavori ) hanno permesso di capire meglio il significato di “vino da vite resistente “ , risultato non già di una modificazione genetica ( come vorrebbe il maligno ) bensì da incroci studiati in laboratorio per anni e poi completati in vivaio .

Deluso anche il pettegolo che , andando a caccia d’aromi foxi-selvatici oppure chiedendo le analisi delle percentuali d’alcole metilico , presunto prodotto in tali incroci ( in cui non manca lo zampino discreto dell’ibrido produttore diretto ) , nulla ha potuto constatare di questi ospiti indesiderati.

 

Èthos 2018: “da vitigno resistente, oltre il biologico”

A monte troviamo nomi curiosi quali FLEURTAI, SORELI, KRETOS, NEPIS,RYTOS , frutto d’anni di studio, ricerca ed incroci tra la vite europea (Tocai friulano e Sauvignon blanc) e la “vite americana “ , che hanno dimostrato le migliori caratteristiche di resistenza alle crittogame (Peronospora in primis) e quindi non necessitano di trattamenti .

Le vigne da cui proviene ETHOS si trovano nel crù RIVALON di PONTE , Comune di Codroipo (UD).

Si tratta di terreni alluvionali, sassosi . La vinificazione avviene con pressatura soffice, in assenza di solfiti aggiunti, con affinamento sur lie in vasche inox.

Ha 12 gradi naturali, un bel colore giallo paglierino con riflessi verdolini, profumi fruttati di mela e pera ; al palato è sapido e freschissimo.

Come già detto le note foxi sono inesistenti mentre chi s’intende di (Tocai) FRIULANO potrà cogliere lievi sensazioni di mandorla amara in armonia con deliziosi profumi di fior di sambuco ( dal SAUVIGNON), ambedue sfumati alquanto rispetto ai vini dei vitigni d’origine se vinificati in purezza secondo tradizione.

Splendido l’abbinamento con tartare di tonno, di scampi ed altre delicatezze.

Va servito a 10-12 gradi , né più ne meno per non turbare quell’ eleganza che è l’aggettivo colto nei pareri unanimi di tutti i fortunati presenti all’incontro alla tenuta FORCHIR.

Il nome dei Forchir , nobili mitteleuropei che elessero il Medio Friuli a loro seconda patria nel 1904 e possono essere considerati fra i primi ( se non i primi ) imbottigliatori di buon vino , viene attualmente perpetuato da una famiglia “autoctona” , mix di entusiasmo e tanta professionalità : i Bianchini.

Fu in particolare Gianfranco Bianchini ( nasce a Precenicco-Udine, il 26 gennaio 1954 ) che dopo il diploma d’Enotecnico alla Scuola enologica “Cerletti” di Conegliano Veneto nel 1975 si avvicinò progressivamente ai Forchir, conquistandone amicizia e fiducia ed aiutandoli a crescere in un periodo in cui nel Friuli venivano progressivamente riconosciute le varie zone DOC dal Collio Goriziano (1968) ai “Colli Orientali del Friuli ” e le “Grave del Friuli “ (1970).

E Felettis di Bicinicco (UD) sta proprio nel cuore di una zona in cui i terreni, i microclimi e l’importanza del fiume Tagliamento fanno,in positivo, la differenza.

Gianfranco per anni affiancò i Forchir quale enotecnico e consulente finchè nel 1984 la nobile famiglia gli passò il testimone .

Per saperne di più e soprattutto per far visita a quel meraviglioso compendio di eleganza e modernità enologica che è la sua nuova cantina in quel di Camino al Tagliamento (UD) suggeriamo di conoscere personalmente sia lui che sua figlia Giulia .

Giulia nasce in Palmanova, Patrimonio Unesco , nel 1982 e dopo il diploma al Liceo scientifico affianca il padre , per occuparsi a tempo pieno dell’ amministrazione e marketing dell’ azienda. Va detto anche che nel 2013 si diploma Sommelier alla Delegazione AIS di Pordenone , abbinando la pratica alla grammatica.

 

FORCHIR 1904-2019

L’Azienda Forchir ha già dunque da tempo superato il secolo di vita. Di proprietà oggi di Gianfranco Bianchini, quarta generazione di viticoltori, e della figlia maggiore Giulia (mentre Giovanni studia enologia alla stessa scuola del padre a Conegliano ed Aldo è al Liceo), può contare su una superficie vitata di oltre 230 ettari posti nella zona DOC Friuli Grave, divisi in varie zone, con comprensibili diversificazioni e vocazioni ampelografiche : Camino al Tagliamento, Spilimbergo, Precenicco e Codroipo.

Ciò consente all’azienda di ottimizzare il concetto di “Terroir”, quel rapporto unico tra vitigno, clima e terreno che non può venire riprodotta altrove, condizioni pedologiche/climatiche tali che i vitigni possano esprimere tutto il loro potenziale.

L’azienda è improntata al futuro: mantiene un basso impatto ambientale con la coltivazione viticola che segue i dettami del regolamento CEE ex 2078 che prevede la drastica riduzione di concimi, antiparassitari, diserbanti; i tralci delle viti potate vengono trinciati in vigneto e lasciati a concimare in modo naturale il vigneto stesso. E’ stata premiata con il diploma “Azienda Ecofriendly” dalla Guida Vini Buoni D’Italia del Touring Club Italiano per l’impegno nella sostenibilità. Aderisce inoltre al Disciplinare di produzione integrata volontaria del Friuli Venezia Giulia S.Q.N.P.I., misura i cui obiettivi sono il miglioramento della sicurezza igienico-sanitaria e della qualità delle produzioni, la tutela dell’ambiente e l’innalzamento del livello di sicurezza e della professionalità degli operatori; significa inoltre minor utilizzo di prodotti fitosanitari.

 

2018 : I VITIGNI RESISTENTI

Ma la svolta è avvenuta con la vendemmia 2018, quando l’azienda FORCHIR ha iniziato a vinificare i primi Sauvignon e Friulano da “vitigni resistenti” alle malattie fungine .

La sostenibilità ambientale, in particolare nella coltivazione della vite, come filosofia aziendale è diventata un’esigenza imprescindibile per Gianfranco .

L’ Università di Udine ( I.G.A. , Istituto Genomica Applicata) ed i Vivai Cooperativi di Rauscedo dopo anni di ricerca, ibridazioni, sperimentazioni, ora sono in grado di fornire barbatelle resistenti alle malattie.

L’Azienda Forchir, tra le prime in Italia, ha intuito un nuovo modo di produrre vini con drastica riduzione dei trattamenti anticrittogamici.

Nel mezzo dei vigneti di Camino al Tagliamento si trova la modernissima cantina di vinificazione CARBON FREE che autoproduce energia rinnovabile ricavandola dal sole (con un impianto fotovoltaico da 150kw) e dalla terra (impianto geotermico), e che ha emissioni inquinanti pari a zero; è dotata di presse soffici, controllo automatico delle temperature, vinificazione in assenza di anidride solforosa, impianto di imbottigliamento in ambiente sterile con produzione di 3.000 bottiglie/ora, termocondizionato per un’ ottimale conservazione del prodotto.

 

LA TENUTA ED I SUOI VIGNETI

Robusto ed altamente professionale lo staff di collaboratori di Gianfranco Bianchini, con enologi e periti agrari che seguono personalmente le operazioni di campagna , di laboratorio e di cantina, dalla vinificazione all’ imbottigliamento ed alla spumantizzazione .

L’attuale composizione è divisa in tre grandi appezzamenti oltre a quello di Codroipo dedicato alla novità “resistente”:

SPILIMBERGO 100 ha circa – terreni calcareo/dolomitici ( Pinot Grigio, Chardonnay e Sauvignon).

CAMINO AL TAGLIAMENTO 120 ha– terreni alluvionali/sassosi – ( tutti gli altri i rossi e bianchi).

PRECENICCO 18 ha - terreni alluvionali (Prosecco Doc)

CODROIPO 7 ha - terreni alluvionali/sassosi

(“Vitigni Resistenti”)

 

FORCHIR, QUESTIONE DI STILE

Gianfranco Bianchini ha voluto realizzare un progetto: basse rese per ettaro per produrre vini di qualità, ottima mineralità grazie alla tipologia di terreno, no-oak aged, solo monovitigno e grandi profumi: il vino perfetto per esprimere il proprio territorio, nel rispetto del consumatore mantenendo il migliore prezzo possibile.

 

 

VINIFICAZIONE

Bianchi: pressatura soffice, fermentazione a temperatura controllata, breve macerazione sulle proprie bucce (24h), maturazione in acciaio (Charmat lungo per gli spumanti: 12 mesi sui lieviti la Ribolla Gialla).

Rossi: macerazione sulle bucce in assenza di rimontaggi meccanici per evitare estrazioni di tannini verdi, in vasche Inox con “metodo Ganimede “ (che sfrutta il potenziale naturale del gas naturale di fermentazione per ottenere un’estrazione delicata ed efficace delle sole sostanze nobili); maturazione in acciaio e poi un anno in bottiglia prima di uscire sul mercato. Notevole è l’attenzione per il minimo utilizzo di anidride solforosa, che rimane sempre sotto i 60 mg/litro nella fase di imbottigliamento.

 

VINI PRODOTTI

- Bollicine: Ribolla Gialla Brut, Prosecco D.O.C. extra-dry, Moscato Rosa spumante dolce.

- Classici bianchi: Chardonnay, Pinot grigio, Sauvignon, Friulano, Traminer.

- Classici rossi: Cabernet sauvignon, Merlot, Refosco dal peduncolo rosso.

- Cru: Refoscone®, Maraveis ( 100% Pinotbianco) , Pinot noir, Ribolla gialla.

 

PRODUZIONE

1.300.000 di bottiglie circa

23.000 q.li uva (circa 100q.li/ha)

18.000 hl di vino

 

MERCATI

Oggi la “Forchir” esporta prevalentemente in Germania, Gran Bretagna, Canadà, USA, Hong Kong, Australia e Qatar.

Collaboratore di lunga esperienza di Gianfranco e Giulia è Ezio Toneatto , responsabile per il mercato nazionale.

 

CONCLUSIONI

Abbiamo sintetizzato così un percorso che parte da lontano , caratterizzato da una forte professionalità ed una passione incrollabile per la vite ed il vino , anche nei momenti in cui i più, da una decina d’anni a questa parte, stanno gettando la spugna complice uno stravolgimento dei mercati e delle mode cui non hanno saputo reagire prontamente.

Gianfranco , con Giulia al suo fianca, ha saputo creare intorno a se una famiglia motivata , con cui confrontarsi nelle scelte e nei programmi quotidiani.

Ama le tradizioni ( ed infatti i vitigni autoctoni non si estirpano ma si valorizzano !) segue il trend dei mercati nazionali ed esteri ( vedi in particolare quelli delle “bollicine “Ribolla gialla e Prosecco) ed ha un occhio di riguardo per l’ambiente ed il benessere (è il piacere del bello e del buono) offerto dalla scienza tramite i vini da “vitigni resistenti”, destinati ad affermarsi sempre di più crescendo la sensibilità del consumatore nei confronti della salute anziché del profitto.

 

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