Salta al contenuto principale
loading

Il Molinetto: golf & country a Cernusco sul Naviglio

di Paolo Pilla

Quello che colpisce maggiormente arrivando al Golf Molinetto, è di trovarsi all’improvviso in una realtà che si stacca completamente da tutto ciò che la circonda: il territorio tipico della Lombardia produttiva, dove la gente è soprattutto attenta al lavoro. Strade trafficate, ponti, capannoni, brusìo. Arrivi al Molinetto, ed è come aver cambiato mondo: verde, alberi, pace, silenzio. I primi anni 80 ne videro la nascita, là dove l’antica cascina lombarda ospitava l’antico mulino di Cernusco, le cui pale erano mosse dall’acqua di quel Naviglio, che ne diede il nome.

Cernusco sul Naviglio, (Cernüsch in dialetto milanese), Cixinusculum il toponimo medievale, fa parte del territorio del Naviglio della Martesana (da Marte, divinità romana della guerra), ed è situato a margine della strada romana che da Milano porta ad Aquileia, oggi la Padana Superiore.

Testimoniano la presenza dei Romani sul territorio, già dal II secolo a.C., i numerosi reperti venuti alla luce nel luogo: anfore, olle cinerarie, fibule in argento, che Tito Livio (Ab Urbe condita, libri 39 e 91), ci indica essere a simbolo di onori militari. Fino a tempi relativamente recenti era ritenuto un “vicus” romano di prima dell’impero, un remoto villaggio già della Gallia Cisalpina. In realtà era di notevole importanza strategica, sarebbe altrimenti difficile comprendere il sepolcro di Caio Asinio, celebre personaggio di rilievo politico dell’epoca di Cesare, che diede il nome di Cernusco Asinario al sito. Tutto ciò, confermato dal ritrovamento nel 1849 in località Cascina Lupa, di olla cineraria accanto ad anfora, con l’epigrafe in caratteri capitali usati tra il I sec. a.C. e il III d.C. In data recente (1955), è venuta alla luce una tomba ricca di vasellame in terracotta, una lucerna a volute con scritte e con Bacco caro al culto di Dionisio, che con il classico tirso tiene a bada la pantera accanto all’albero di vite. Ancora più attuale il ritrovamento nelle campagne di Cernusco di un balsamario in vetro, in voga nel costume dei pagani, prodotto con la tecnica del vetro a soffio introdotta nel I sec d.C., che sostituiva la colatura a caldo di materiale vitreo posizionato su apposite forme polverizzabili. Il sito fu anche dei Celti, a ricordo dei quali il centro della città è ornato da una scultura bronzea accanto a due menhir, la “Lex Roscia”, con cui la regione ottenne la cittadinanza romana nel 49 a.C.

In epoca longobarda Cernusco è feudo della regina Teodolinda, che su decisione di re Berengario I° incoronato re d’Italia, concede il territorio di Cernusco alla Basilica di Monza.

Nel XIII sec diviene feudo prima dei Torriani, poi dei Visconti, subendo pesanti distruzioni. Nel 1475, sotto la dominazione sforzesca, viene costruito il Naviglio Martesana che dona alle terre maggior fertilità, produce un attivismo economico per la nuova via di comunicazione che facilita il commercio con i territori limitrofi, e diventa uno dei simboli stessi di Cernusco.

Successive fortunose vicende portano il territorio alla vergognosa situazione di essere messo all’asta, cui seguono angherie e soprusi.

Situato a due passi dal centro di Milano, il Molinetto Country Club prende vita nel 1980, su iniziativa di alcuni imprenditori milanesi che, acquistati alcuni terreni agricoli, intendono trasformarli in Campo da Golf. Le prime nove buche vedono la luce nel 1982, e nel giro di due anni il percorso, ormai a 18, può ospitare, ancora fresco di vernice, l’edizione 1985 dell’Open d’Italia, per quegli anni evento epocale. Ancora un quinquennio, e il Campo subisce una radicale trasformazione, a opera dell’arch. Luigi Rota Caremoli: viene revisionato integralmente il percorso, e viene arricchito di nuovi laghi e bunker.

Oltre alle 18 curatissime buche, i numerosi soci del Circolo hanno a disposizione 10 campi da tennis plein air e 4 al coperto. Fin dalla nascita, questo sport ha caratterizzato il sito, pur essendo oggi proiettato sul Golf il prevalente interesse. Servito dalla metropolitana milanese e dal vicino aeroporto di Linate, è considerato uno dei campi meglio tenuti in Italia, per la perfetta manutenzione. Spaziosa e funzionale la Club House, ricavata da una vecchia cascina lombarda. Particolarmente confortevole e ospitale, contiene tutto quello che può essere d’interesse per un Circolo: ottimo ristorante, sala bridge, sala biliardo, e poi palestra, sauna, bagno turco, centro massaggi. Il Campo da gioco è di media lunghezza, un Par 71 di 5914 mt dai bianchi, 5688 dai gialli. Inizi il percorso, e senti che ti ospita volentieri; ti sorride, ma devi tener conto dei fairway stretti, e dei numerosi ostacoli d’acqua e di sabbia presenti in tutte le buche, che pretendono attenzione per il loro impegnativo aspetto tecnico. Mi sono incuriosito sul numero dei Par 3 che sono cinque, di cui quattro nelle buche dispari. Esce dalla canonicità, ma tutto bene, è un signor Campo.

Lo stemma del Comune racchiude la storia di Cernusco: l’anfora romana, la linea azzurra del Naviglio, la rossa torre medievale, il verde dei campi a emblema di territorio agricolo. Ospitando quel Campo da Golf, che in fatto di bellezza non è secondo a nessuno, Cernusco sul Naviglio si è grandemente ingentilito.

q

Vuoi ricevere la rivista Taste Vin?

Scrivici