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Falanghina e Aglianico le due stars del Sannio

di Nino D’Antonio

Ci hanno pensato a lungo. Poi la decisione. Basta con le uve vendute, senza conoscere quale sarà il loro destino. Averle allevate con sapienza e amore, nel più assoluto rispetto della tradizione e della scienza, non può concludersi nel più totale anonimato.

Pietrefitte – a mezza collina nel massiccio del Taburno, un’esposizione da fare invidia e terreni di felice giacitura – merita una sua identità, che è poi quella secolare della migliore storia di famiglia.

Dietro questi pensieri c’è Giovanni Cutillo, medico e neurologo, già sindaco di Torrecuso e promotore di una serie d’iniziative (a partire dal Museo di Arte Contemporanea ispirato al mondo del vino) per il rilancio di un territorio, che da sempre ospita un folto gruppo di cantine – sono 25 – fra le più qualificate del Sannio.

Ma Giovanni non è solo nell’ambizioso progetto di passare alla vinificazione delle sue uve: Aglianico, Falanghina, Fiano, Piedirosso. A dargli manforte c’è la moglie Itala, docente di Scienze e sommelier (nonché madre orgogliosa di due figli, il primo laureato alla Bocconi, e l’altro all’ultimo anno di Medicina), che non accetta più la rinuncia delle loro uve a migliori destini.

Nasce così il progetto delle Cantine Pietrefitte a Torrecuso, che una serie di successivi interventi aprirà ad accoglienti ambienti per degustazioni, ma soprattutto a spazi culturali per la presentazione dei libri, mostre d’arte, piccoli concerti. Insomma, cantine dove il vino non è l’unico protagonista, ma l’elemento-principe intorno al quale costruire una serie di attività. Tutti i vini delle Cantine Pietrefitte sono trattati in purezza e affinati in barriques. Dalla Falanghina (intensa, persistente, dal gusto morbido) all’Aglianico Sannio Doc (strutturato e complesso); al Fiano Sannio, sempre Doc, (equilibrato e con note di frutta secca), fino a quel Piedirosso, che resta ancora fra i migliori “correttivi” degli eccessi tannici dell’Aglianico.

Quattordici ettari non sono pochi per le…

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