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Il Golf Club a Milano

di Paolo Pilla

Milan, si sa, <<‘lle ‘n gran Milan>>, e non può che avere un gran Campo da Golf, solo che non può essere alla “Madunina”, si trova infatti a Monza il Golf Milano, nel Parco Reale attraversato dal fiume Lambro. Ma tant’è, tra Milano e Monza non c’è più soluzione di continuità, sembra un’unica città. Il Parco si estende su di una superficie molto ampia, grande circa 700 ettari.

Le prime 18 buche del Golf Milano datano dal lontano 1928. Trent’anni dopo ne seguono altre nove e l’edificazione della Club House, considerata una tra le più belle d’Europa. Bella, lì accanto, è anche la piscina scoperta di forma tondeggiante. I tre percorsi sono molto tecnici per la massiccia presenza di alberi, di numerosi bunker, di green con pendenze insidiose. Molti sono i campionati nazionali e internazionali che nel suo affascinante ambiente sono ospitati tutti gli anni, e ben sette sono gli Open d’Italia che qui han trovato casa. Lo storico Circolo, tra i più antichi in Italia, già da tempo “stella d’argento”, nel 1987 è stato insignito dal CONI del titolo di “Stella d’Oro per Meriti Sportivi”.

Bene sarebbe che, chi va a giocare al Golf Milano, approfittasse per fare una visita al Parco intriso di cultura, e a quanto in esso è presente di grande valore storico, naturalistico e artistico. Non ci sono, in Europa, parchi storici di queste dimensioni, interamente circondati da mura (13 km). Si pensi al significato di purificazione, per quest’area a fortissima urbanizzazione. Il Parco lo volle Eugenio di Beauharnais agli inizi dell’ottocento, come azienda agricola modello, accanto alla villa preesistente. Tante le cose interessanti al suo interno, a cominciare dalla Villa Reale, edificata nel ‘700 dagli Asburgo per l’Arciduca Ferdinando d’Austria.

L’ultima testa coronata a goderne fu il sovrano Umberto 1° di Savoia, con la consorte Margherita.

Recentemente restaurata, è ora visitabile con l’annesso giardino, gli appartamenti reali, il tempietto d’ispirazione classica, la torretta in stile medievale, il magnifico roseto inaugurato dalla principessa Grace di Monaco. Altre quindici costruzioni al suo interno tra aristocratiche ville e cascine dell’ottocento, queste ultime destinate alla coltivazione dei fondi, ma di attenta qualità architettonica. Di particolare interesse la secentesca Villa Mirabello, costruita sulle rovine di un castello dalla famiglia Durini, proprietaria del feudo di Monza. “Luogo di delizie e cenacolo di letterati”, ebbe ospiti illustri, tra cui il Parini e il Metastasio. Qui nacque Virginia Maria de Leyva da nobile famiglia spagnola, conosciuta poi come la Monaca di Monza.

Gli importanti lavori di restauro conservativo hanno ridato splendore ai dipinti monocromi di grandi artisti raffiguranti personaggi del passato, rappresentati con abiti nella foggia dell’epoca. E ancora, in uno scenario naturalistico coinvolgente, tra alberi secolari considerati veri e propri monumenti naturali, le ridenti rogge, i curatissimi prati, troviamo la Cascina Cernuschi, sede del Nucleo Carabinieri a Cavallo; i mulini lungo il Lambro; il Maneggio; l’Autodromo di Monza capace di centomila spettatori, di cui vivo l’emozionante ricordo delle 438 vetture iscritte al “Freccia Rossa 2015”, a sfidarsi nella prova cronometrata sul mitico ovale sopraelevato di Alta Velocità. D’autunno poi, è un’esplosione di romantici colori.

Tutta questa scenografia significa grande attrattiva, che ospita eventi memorabili. Qui i soci del Club di Golf son tenuti in alta considerazione: diventar socio del Circolo non è cosa semplice, né economica. L’ammissione di nuovo socio soggiace a precise e severe norme. L’aspirante presenta domanda sottoscritta da quattro soci appartenenti al club da almeno tre anni, soci che devono conoscere personalmente il candidato e garantire sulla qualità morale, civile e sportiva. Una commissione, se al termine dell’indagine preliminare considera il candidato meritevole, ne propone l’ammissione esponendo il parere in bacheca per venti giorni, entro i quali i soci possono far pervenire eventuali osservazioni in busta chiusa.

Il consiglio direttivo ha poi la facoltà di procedere o meno all’accettazione.

Il nuovo socio è tenuto al pagamento di una quota sociale di ammissione (considerevole), e dovrà poi corrispondere l’importante quota annuale. Insomma, non è per tutti, ma così appare. È cosa bella, utile a persone e ambiente. Prestigioso!

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