Salta al contenuto principale
loading

Crescente successo dei Bianchi Riserva di Roberto Felluga

di Nino D’Antonio

Nel pianeta-vino è più di una dinastia. Ma nel Collio, è un mito, consolidato in oltre un secolo di storia. Così chiamarsi Felluga non traduce solo l’appartenenza a un antico casato istriano, ma l’obbligo morale, e l’orgoglio, a produrre quei Bianchi di eccellenza, che hanno alimentato negli anni il primato del Collio goriziano.

“E’ una responsabilità e un privilegio, che senti naturalmente se sei nato fra queste colline, cresciuto fra questi filari di viti, respirato il profumo del mosto e l’aria che arriva dall’Adriatico”. Roberto Felluga ha tutti i caratteri del friulano. Alto, forte, il volto aperto a un sorriso fresco, quasi infantile, la cortesia e la riservatezza tipiche della sua gente. Lo incontro a distanza di qualche anno dalle celebrazioni per i novantanni del padre Marco, un personaggio al quale il Collio e la fortuna dei suoi vini non saranno mai abbastanza riconoscenti.

A Marco mi lega una profonda stima (non estranea alla nostra vicinanza anagrafica), che nutro con altrettanta convinzione per Roberto, ormai da anni alla guida di ben due aziende di famiglia: quella originaria di Marco Felluga a Gradisca d’Isonzo, e quella da sempre affidata alle sue cure di Russiz Superiore, a Capriva del Friuli.

Cominciamo dalla prima, che è poi quella che ha rivoluzionato mezzo secolo fa la maniera empirica e approssimativa di far vino da queste parti. Alla “Marco Felluga”, il credo è sempre stato innovazione, qualità, ricerca. Che non significa rinnegare la tradizione. Tutt’altro. Ma accoglierne solo il meglio.

Roberto, forte della grande esperienza maturata a fianco del padre, ha spinto più in là la ricerca che ha sempre connotato l’attività della cantina. Ha puntato, cioè, a dare una longevità ai vini del Collio, che al pari di tutti i Bianchi sono destinati ad essere serviti piuttosto giovani.

E qui, con l’impegno e la costanza che tutti gli riconoscono, Roberto Felluga ha centrato l’obiettivo. Affinati con sapienza per alcuni anni, sono nati tre Bianchi Riserva: il Pinot Grigio Mongris, il Sauvignon Riserva Russiz Superiore e il Pinot Bianco Riserva Russiz Spumante. Il riscontro del mercato è stato sorprendente. Si tratta di vini che dopo la fermentazione e la maturazione in botti di rovere da cinque ettolitri, riposano per circa tre anni sui lieviti e ancora un anno in bottiglia.

Come risulta dalla denominazione dei vini in etichetta, la distinzione fra le due aziende non è poi così netta. Una caratteristica alla quale non è estraneo il ruolo di Roberto nella conduzione di entrambe le cantine.

Russiz Superiore, a Capriva del Friuli, è l’antico feudo di una nobile famiglia medievale, che già nella seconda metà del Duecento allevava viti. L’azienda - ben cento ettari, di cui la metà a vigneto - gode di un’ubicazione quantomai felice, alla quale si aggiunge la natura del terreno (alternanza di marne, limi e argille calcaree, e arenarie), piuttosto impermeabile. Di qui il superficiale scorrimento delle acque che erode appena il terreno e porta a una morfologia assai dolce.

Ma le aziende “Marco Felluga” e Russiz Superiore producono anche Rossi di particolare carattere ed eleganza. Valga per tutti il Collio Riserva degli Orzoni, il Collio Merlot e il Collio Cabernet Franc, questi ultimi due con un anno d’invecchiamento in piccole botti di rovere e sei mesi in bottiglia.

Certo il fiore all’occhiello delle due cantine (ma direi del Friuli e più specificamente del Collio) è data dalla larga offerta dei Bianchi, per i quali – senza arrivare alla recente conquista delle Riserve – mi piace citare uno dei cru più significativi, quel Collio Bianco, firmato da Roberto Felluga.

Siamo alla quinta generazione dei Felluga, e il gusto per la ricerca e l’orgoglio di dar vita a grandi vini continua ad essere lo straordinario patrimonio di questa famiglia.

q

Vuoi ricevere la rivista Taste Vin?

Scrivici