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Cucina come storia, tradizione e civiltà

di Beppo Zoppelli e Giancarlo Saran

BEPO ZOPPELLI: IL MIO SODALIZIO CON ANNIBALE E LA SUA RIVISTA

 

Nell’anno 1970 una sera fui invitato dalla Delegazione di Treviso e provincia dell’Accademia Italiana della Cucina allo storico Ristorante Beccherie. Durante il simposio, mi fu prospettata e proposta la mia entrata in Delegazione. Dopo un mio assenso, il Delegato Bepi Mazzotti mi assegnò il compito di Segretario della Delegazione e suo.

Come segretario mi sentii subito di trovarmi a mia volta un nuovo socio in Accademia in Annibale Toffolo che accettò il mio invito a entrare in Delegazione.

Dal 1974, volentieri lavorammo e il suo ufficio della Rivista Vin Veneto divenne la fucina dell’AIC di Treviso.Non avendo nessun impegno nel personale nostro lavoro, che si svolgeva a Treviso, coinvolgemmo ristoratori, cuochi e trattori della Provincia, ed oggi, come disse il nostro Socio e autore di un simpatico libretto dal titolo nostrano “Diese franchi de acqua de spàsimo”, che stampai e pubblicai nella nostra azienda editoriale e grafica, posso dire, come fece lui ad una riunione conviviale per i 30 anni del suo lavoro di medico “trent’anni sono pochi ma non sono mica tanti!” concetto che assumo come principio dei nostri solidali lavori che iniziammo come colleghi e amici e questi sono molti, felici e vincitori. Quante idee e quanti nostri programmi furono da noi lanciati ai tanti ormai nuovi amici Cuochi e Ristoratori.

Ci furono premi per i giornalisti e per i “combattenti”, uniti in tutte le belle riuscite della nostra intesa, che felicemente collaborarono con noi che avevamo da render nota e seguita la nostra velleità di propulsori per la crescita dell’immagine per lo sviluppo della civiltà della tavola ormai veneta.

Abbiamo, per dire, portato la cucina d’eccellenza all’hotel Diana di Milano dove nacque l’Accademia con Presidente e primo valoroso combattente Orio Vergani, giornalista che si innamorò della cucina italiana seguendo in tutta Italia il giro ciclistico per molti anni, scoprendo, per lavoro e anche per curiosità, le mille pieghe di una nostra accademica, italiana, capacità di seguire e godere la nostra anche attuale bandiera d’eccellenza, la cucina italiana, nuova protagonista della industria del Turismo che molto ha dato e darà al nostro paese.

Tutte le idee e proposte furono amate e seguite dai nostri Cuochi, Ristoratori e Albergatori, felici della nostra collaborazione quindi della bontà; funghi, pesce, radicchio di Treviso e di Castelfranco sono ormai vincenti per tutti e per noi e il nostro sodalizio.

GIANCARLO SARAN: IL CONTAGIO E LE MEMORIE DI MAMMA E PAPA’

 

Si dice che l’imprinting del gusto si forma entro i primi dieci dodici anni, per poi accompagnarti tutta la vita. Chi scrive ha avuto la fortuna di essersi formato attorno alla cucina della nonna che lo ha educato ad appezzare il cuore ai ferri, le cervella fritte per non parlare del fegato (seppur alla veneziana). Mamma e papà, trevigiani genere nati, ad accompagnare le fantasie di adolescente con i racconti della memoria, tra i cui personaggi protagonista più volte Bepo Maffioli che poi, nel 1984, abbiamo ancora fatto in tempo a conoscere, lui protagonista nel presentare la sua ultima creatura editoriale, “Castelfranco, il fiore che si mangia”, dedicato al locale radicchio variegato. Nella vita ci vogliono dei testimonial che ci traghettino, con gusto e passione, lungo i percorsi cui ci porta il destino. Ed ecco allora che TasteVin ne diventa pilastro sicuro e affidabile, alle sue prime cinquanta candeline, grazie all’impegno contagioso del bravo Annibale Toffolo.

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