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El Toulà risorge con le ali di Alajmo

di Giancarlo Saran

Ci sono locali che hanno fatto la storia di un’epoca, legati ad un territorio di cui erano diventati ambasciatori. Un classico El Toulà, fondato dal leggendario Alfredo Beltrame nel 1964. Eravamo in pieno boom economico e molti dei suoi clienti, fidelizzati alla tavola trevigiana, non potevano essere lasciati soli durante le sciate invernali o le passeggiate estive. Toulà che ha visto passare il mondo, da Gianni Agnelli al jet set international e molto altro. Mancato Alfredo Beltrame il timone di comando è passato al suo miglior allievo, Arturo Filippini ma, oramai, per il fienile (toulà, in ladino) tempio del gusto si era concluso un ciclo. Mai dire mai, nella vita, e così, alla fine del 2022, come un’araba fenice, il sogno è ripartito, questa volta a trazione Alajmo. Massimiliano Alajmo non ha bisogno di presentazioni, figlio di mamma Rita (una delle prime donne stellate italiane) e papà Erminio, patron come pochi, è stato il più giovane tristellato di sempre nelle sue Calandre, a Sarmeola di Rubano. Raffaele è il suo alter ego. Non potrebbe esserci l’uno senza l’altro. Sua la cabina di regia nel far decollare fuori dai confini nativi il talento del fratello e la capacità visionaria di dare alla cucina by Alajmo una dimensione proiettata nella modernità, con solide radici ancorate alla tradizione. Un esempio il Quadri a Venezia, ma anche altre chiavi di lettura in cui il marchio Alajmo è realtà affermata, come Caffè Stern a Parigi o Sesamo a Marrakech. Con la nomina di Cortina a sede olimpica per il 2026 la scelta era conseguente. Saranno in molti ad affinare le strategie per ritagliarsi un posto al sole per i prossimi traguardi della regina delle Dolomiti. Lo conferma Massimiliano “si respira già un interesse che farà crescere ancora di più la notorietà del posto e si alzerà l’asticella della qualità su ogni ambito dell’offerta e della domanda”. Con una postilla che la dice lunga sullo stile e la sensibilità di famiglia “entreremo in punta…

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