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L'osteria Donna Teresa ha sconfitto l'incendio

di Nino d'Antonio

Qualche isolata e incerta avvisaglia. Appena una debole scintilla. Poi, imprevedibile, il fuoco è esploso. Forte, distruttivo, da trasformare la piccola cucina sul retro dell’Osteria in un inferno di fiamme.

L’allarme è stato pronto, ed altrettanto l’intervento dei pompieri. Quest’ultimo sorretto e stimolato da una folla di vomeresi, tutti partecipi e in ansia per i futuri destini della loro Osteria.

Perché “Donna Teresa”- nel cuore della collina, fra San Martino e le funicolari che raccordano il Vomero al centro di Napoli - fa parte della loro storia.

E’ infatti uno di quei pochi riferimenti a quel Vomero di poeti, pittori e musicisti che hanno fatto dell’Osteria il loro abituale punto d’incontro, per una vita.

Parliamo di oltre un secolo fa, quando nel 1913 una donna del popolo, ingentilita dalle buone frequentazioni, aggiunse all’offerta dei taglieri e dei gustosi panini qualche buon piatto, coraggiosamente preparato sul rudimentale focolare. Un successo. Al di sopra di ogni aspettativa. Grazie anche all’idea di quelle pietanze distribuite nel corso della settimana: lunedi spaghetti, martedi pasta e fagioli, e così via.

Donna Teresa entra da questo momento in una cronaca più vasta. Ora, gli artisti vomeresi invitano all’Osteria i colleghi che vivono in centro, favoriti in questo dalle prime corse della Funicolare. Pochi piatti ben curati, una ventina di posti e soprattutto un’accoglienza carica di simpatia.

Dal 1913 ad oggi è passato più di un secolo. Donna Teresa è uscita di scena, ma l’Osteria – a dispetto di qualunque incendio – è ancora lì. A condurla, è il figlio Gigino, tanto mestiere e tanto garbo, con la moglie Anna, alla quale è affidato l’andamento di quella cucina tipica e familiare, che ha fatto la storia del locale.

Ma c’è una terza presenza, quantomai intrigante per i tanti scrittori e intellettuali che continuano a frequentare l’Osteria. Mi riferisco a Tersa, figlia di Gigino e quindi nipote della celebre nonna. La giovane – e qui i riconoscimenti per la simpatia e la grazia vanno tenuti a freno - mentre mi consiglia una pasta e patate con provola, mi confida dei suoi studi classici, fino alla laurea in Lettere.

Un interesse per la cultura che riesce a conciliare con il lavoro in Osteria, la cui clientela non manca di offrire qualche felice spunto per una fuga fra i libri.

Insomma, l’incendio ha risparmiato non solo l’Osteria, ma tutto il mondo che si racchiude fra questi quattro muri. A partire dall’eredità della nonna, raccolta dalla giovane Teresa, imprevedibile letterata, fra tavoli e fornelli

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