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Come, dove e quando

di ***

LA TENUTA COL SANDAGO - CASE BIANCHE NELLA

MARCA TREVIGIANA

 

La Tenuta Col Sandago - Case Bianche nasce grazie alla passione per il vino di Martino Zanetti, il quale nel 1997 rileva l’omonima azienda.

La tenuta si estende nel cuore della Docg del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, nella Marca trevigiana, tra Susegana e Pieve di Soligo, un’area dove molteplici fattori contribuiscono alla realizzazione di vini pregiati e di forte carattere. Grazie ai terreni, composti in prevalenza da argille calcaree, alla protezione offerta dalle prealpi trevigiane, all’ottimale esposizione, all’altitudine compresa tra i 250 e i 300 metri, si creano a Col Sandago le condizioni microclimatiche favorevoli alle viti.

Tra i vini di punta della Tenuta: Undici, Conegliano Val-dobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. “Rive di Susegana”, l’essenza più autentica del Pro-secco Superiore di Tenuta Col Sandago, cui si affiancano le proposte Case Bianche D.O.C.G.: Antico, Vigna del Cuc ed Extra Dry.

Tra le uve di questi particolari vigneti spicca inoltre un vitigno a bacca rossa, un clone antico, originario dalla Stiria occidentale, che qui ha trovato il suo habitat ideale: il Wildbacher, vino unico, dalla produzione limitata e preziosa, che rappresenta una vera rarità ed unicità nel cuore della zona del Prosecco Docg. Wildbacher è declinato anche nelle versioni spumante metodo classico e charmat, passito e grappa.

I vini di Tenuta Col Sandago – Case Bianche sono frutto di un mix equilibrato tra territorio, scelta delle migliori uve, alta professionalità di agronomi ed enologi e utilizzo di sistemi di vinificazione all’avanguardia.

 

 

DUE PREMI ALLA CANTINA CORMONS DAL CONCORSO INTERNAZIONALE PACKAGING

 

La giuria della 22ª edizione del Concorso Internazionale Packaging, bandito da Vero-nafiere, ha comunicato i nomi dei vincitori e la Cantina Produttori Cormòns ha ottenuto ben due riconoscimenti, su un totale di 226 campioni, provenienti anche dall’estero. La cantina sociale, che festeggia 50 anni di attività, ha ottenuto il premio “Etichetta d’oro” del Concorso Packaging 2018 che è andato al Collio Doc Sauvignon 2017, nella categoria “Confezioni di vini bianchi tranquilli a denominazione di origine e a indicazione geografica”. Premiata anche la Ribolla gialla vino spumante extra dry, nella categoria “Confezioni di vini spumanti prodotti con fermentazione in autoclave (metodo Charmat) e con fermentazione in bottiglia (metodo classico)”. Il riconoscimento va non solo all’azienda, ma anche a chi ha realizzato la grafica, cioè all’agenzia Lolaetlabora di Roma e Milano. «La Cantina di Cormòns - dichiara con orgoglio il direttore generale Andrea Russo - è l’unica azienda regionale ad avere ottenuto i riconoscimenti dalla giuria, che ha esaminato l’abbigliaggio (bottiglia, chiusura, capsula, etichetta, collarino) dei nostri vini». Era coadiuvata da una commissione di esperti di livello internazionale, formata da Flavio Favelli (art-director), Chiara Tomasi (designer), Aldo Guglielminotti (designer), Marco Fogliatti (designer) e Alberto Sabellico (esperto in legislazione vinicola). Quest’anno «hanno mostrato una grande vivacità nella volontà di esprimere un senso contemporaneo, superando l’immaginario classico dell’etichetta del vino». Questo il commento espresso da Cristiano Seganfreddo, presidente di giuria, che ha spiegato così la nuova tendenza: «Si vede lo sforzo di raggiungere un nuovo consumatore, che oggi richiede maggiore semplicità ma cura del dettaglio. Così nel vino, il dettaglio che troviamo all’assaggio lo vogliamo vedere anche con gli occhi». Gli attestati verranno consegnati durante la fiera Vinitaly, il 15 aprile presso la sala Puccini, al presidente della Cantina, Filippo Bregant, al direttore generale, Andrea Russo, e ai fondatori di Lola, Antonella Marra e Andrea Steinfl, per i quali «è un ottimo inizio! Siamo particolarmente felici di ricevere questi premi per le prime etichette realizzate all’interno del percorso di rebranding che stiamo facendo con la Cantina Produttori Cormòns». Da quest’anno sarà, inoltre, possibile applicare un sigillo adesivo sull’etichetta vincitrice.

 

 

ASOLO DOCG: SUPERATE LE 10 MILIONI DI BOTTIGLIE

 

Il Consorzio Vini Asolo Montello festeggia un grande traguardo. L’Assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2017, confermando che nell’ultimo anno sono stati superati i 10 milioni di bottiglie consortili, sfiorando gli 11. Un dato che dà grande soddisfazione, se si pensa che negli ultimi due anni la produzione è più che raddoppiata, visto che che nel 2015 il dato era di poco superiore ai 5 milioni.

Durante l’assemblea è stato evidenziato inoltre come, dal 2011 ad oggi, le superfici dell’Asolo Montello siano passate da poco più di 827 ettari agli attuali 1.991. Una crescita importante, oltre il 70%, ma non invasiva: gli ettari a vigneto, (meno del 9% dell’area globale del Consorzio di oltre 23.000 ettari) non sminuiscono la sua integrità paesaggistica.

“Superare le dieci milioni di bottiglie – spiega Armando Serena, Presidente del Consorzio Vini Asolo Montello – è un obiettivo in cui abbiamo fortemente creduto e per cui abbiamo lavorato molto negli ultimi anni. Questa veloce crescita la dobbiamo in particolar modo al nostro Prosecco DOCG, un prodotto di grande qualità che sta ricevendo molti apprezzamenti anche dall’estero. Negli ultimi anni la tendenza del mercato è quella di ridurre i grammi di zucchero nell’Extra Dry, che spesso necessita di alti gradi zuccherini per esprimersi al meglio. L’Asolo Prosecco Superiore DOCG, invece, è un vino caratterizzato da grande struttura e sapidità, derivanti dal suo terroir. Questo gli permette di reggere bene in bocca anche nelle versioni più secche e di essere perfettamente in linea con le richieste dei consumatori”.

Una crescita che va di pari passo con la qualità. Quella del-l’Asolo Montello, la denominazione meno estesa delle tre votate al Prosecco, è l’unica che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG e, grazie alla modifica del disciplinare che dovrebbe entrare in vigore nel 2018, l’Asolo Prosecco Superiore DOCG sui lieviti potrà essere prodotto nella versione Brut Nature o relativi sinonimi.

Con la convalida delle modifiche i produttori potranno inoltre scegliere se applicare in etichetta la dicitura di Asolo Prosecco Superiore DOCG o la più semplice Asolo DOCG, legando ancora di più il vino alla sua zona di produzione.

 

 

I VINI MALVASIA

DEL MEDITERRANEO

 

L’Associazione Vini Malvasia del Mediterraneo, che ha sede presso l’Accademia italiana della vite e del vino a Conegliano, ha nominato quale coordinatore delle pubbliche relazioni il coordinatore regionale Stefano Cosma, giornalista enogastronomico ed esperto in comunicazione, per promuovere a livello nazionale ed internazionale la propria attività, nonché per riunire tutti i produttori di Malvasia.

«Lo scopo - dichiara il presidente Angelo Raffaele Greco - è di creare una rete di aziende diffusa che comunichi la conoscenza di questo antico vitigno, a bacca bianca e rossa, capace di dare vita a vini straordinari». L’associazione, nata nel 2014 per volontà dei professori Antonio Calò e Angelo Costacurta, alla quale hanno aderito diverse aziende, fra cui Conte d’Attimis-Maniago di Buttrio (Ud), Pezza Viva di Torre S. Susanna (Br) e Bepin De Eto di San Pietro di Feletto (Tv), costituisce un’importante realtà che mira ad esaltare le peculiarità della zona del bacino del Mediterraneo attraverso un programma di valorizzazione delle diverse varietà di Malvasia in Italia (Malvasia Istriana, di Bosa, delle Lipari, Puntinata del Lazio, di Casorzo, di Candia, nera, rosa ecc.) e all’estero, dalla Grecia alla Spagna. «La Malvasia, vitigno simbolo dell’evoluzione del vino nel Mediterraneo, unisce da sempre popoli e culture diverse», spiega Cosma, 51 anni goriziano, che è autore di libri sui vini (Tocai, Vitovska ecc.) e membro del comitato per il Concorso Internazionale Il Mondo delle Malvasie a Vinistra. Ancora oggi rappresenta una produzione di eccellenza con un grande potenziale di condivisione e confronto, ed è protagonista dei numerosi Festival della Malvasia, da quello di Portorose e Pirano (Slovenia) a quello di Parenzo (Croazia), fino ai festival italiani, in Sardegna e a Sala Bagnaza (Parma). Anche una manifestazione locale, come il Gran Premio Noè a Gradisca d’Isonzo (Go), ha dedicato l’edizione 2016 alle “Malvasie senza confini”, con degustazione di Malvasie del Friuli Venezia Giulia, dell’Istria croata e della Slovenia. Fra i prossimi impegni, oltre a partecipare agli eventi più rilevanti, l’associazione ha in programma di coinvolgere le Università, italiane e straniere, per un approfondimento riguardante le ricerche genetiche sulle varietà di Malvasie nel mondo.

 

 

VILLA SANDI PRESENTA LA RIBOLLA GIALLA SPUMANTE

 

In occasione della fiera internazionale del vino di Dusseldorf e a due anni dall’acquisto delle tenute di Spilimbergo in Friuli, Villa Sandi presenta la prima produzione di Ribolla Gialla.

Ribolla Gialla Villa Sandi è un vino spumante brut che nasce dal vitigno autoctono friulano e che viene prodotto con il metodo “Charmat lungo”, una tecnica che prevede 12 mesi di fermentazione e di maturazione in autoclave. Ribolla Gialla Villa Sandi, quindi, unisce la tradizione di un vitigno locale in forte espansione alla passione e alla competenza del Gruppo trevigiano nelle bollicine.

“La Ribolla Gialla è una grande novità per il nostro Gruppo – ha affermato il Presidente di Villa Sandi Giancarlo Moretti Polegato – ma si inserisce bene nella nostra produzione di vini spumanti che va dal Prosecco al Metodo Classico.”

“Dopo l’acquisto della tenuta di Spilimbergo, - ha anche detto il Presidente Moretti Polegato -con i nostri enologi abbiamo subito deciso di valorizzare la varietà Ribolla Gialla presente nel vigneto e con orgoglio presentiamo la nostra prima produzione quest’anno. Ribolla Gialla è una varietà che si adatta molto bene alla spumantizzazione, una tecnica che conosciamo molto bene e che fa parte del nostro DNA e della nostra storia come produttori di Prosecco”.

 

 

A MUNDUS VINI 2018,

IL MIGLIOR RIPASSO IN CONCORSO E’ DOMINI VENETI

 

Importanti risultati di riconoscimento di qualità per Cantina Valpolicella Negrar che, all’edizione primaverile del 22esimo Gran Premio Internazionale del vino Mundus Vini, in cui vige la regola di premiare al massimo il 40 per cento dei partecipanti, è stata insignita di 3 medaglie d’oro per il Valpolicella Ripasso Classico Superiore Doc Domìni Veneti Vigneti di Torbe 2015, il Valpolicella Superiore Classico Doc Domìni Veneti Verjago 2015 e il Valpolicella Ripasso Doc Classico Superiore Domìni Veneti La Casetta 2015. Quest’ultimo è stato riconosciuto anche “best of show” della categoria, vale a dire, il miglior Ripasso presente in concorso. I vini premiati saranno in degustazione nell’area Mundus Vini di ProWein, una delle più importanti fiere internazionali dei professionisti del vino, che si terrà a Dùsseldorf dal 18 al 20 marzo 2018.

La tecnica del ripasso è una pratica tradizionale della Valpolicella, riscoperta e valorizzata negli ultimi decenni.

Consiste nel lasciare nel tino di fermentazione le vinacce dell’Amarone - come nel caso del Ripasso Vigneti di Torbe, o quelle del Recioto - come nel caso del Ripasso La Casetta - e ripassare un uguale quantitativo di vino Valpolicella fresco, dando inizio a una nuova fermentazione per circa 7/10 giorni.

Il vino rosso secco che ne deriva ha maggior grado alcolico rispetto a un Valpolicella, colore più intenso e un profumo complesso.

Diverso invece il processo di produzione dell’altro vino premiato a Mundus Vini, il Verjago, le cui uve, selezionate sempre a mano nei vigneti collinari, vengono poste ad appassire per 40 giorni in fruttaio; dopo l’affinamento di oltre un anno in grandi botti di rovere e di altri 3 mesi in bottiglia, il risultato è un “Super Valpolicella” che parla di tipicità, tradizione e ricerca dell’eccellenza.

ZORZETTIG:

A VINITALY IL FRIULI IN CONTINUO MOVIMENTO

 

Zorzettig si presenta all’appuntamento di Vinitaly con uno stand completamente rinnovato e grandi degustazioni in programma. Confermata la posizione (Padiglione 6 – stand E2) ma rivisto lo spazio espositivo in funzione di una migliore accoglienza.

“Il nuovo stand – afferma la titolare Annalisa Zorzettig – riproduce la stessa accoglienza informale che riserviamo nel nostro Relais La Collina in occasione di eventi come la rassegna Convivio, con la quale ogni anno promuoviamo incontri culturali ed artistici. Il vino è, e sarà sempre più, condivisione di valori ed esperienze, luogo di incontro di culture e visioni diverse”.

Annalisa Zorzettig si conferma la dinamica imprenditrice che ha proiettato la cantina di Spessa di Cividale sui mercati internazionali. Sguardo rivolto al futuro e piedi ben ancorati nella tradizione del proprio territorio, i Colli Orientali del Friuli. Terra di grandi bianchi e di vigneti storici.

Sarà il Friulano, di cui ricorre il decimo anniversario dell’attribuzione del nome, il protagonista di una degustazione verticale imperdibile, martedì 17 aprile alle ore 14: Dall’Ultin al Friulano, 10 anni nel segno del Tocai. Una prova della longevità del Friulano che permetterà di scoprire come la rivoluzione dettata dal cambio del nome sia stata uno stimolo per una crescita qualitativa e una ancor maggiore ricerca di tipicità.

Domenica 15 aprile alle ore 15 in Sala Tulipano (Palaexpo) Annalisa Zorzettig sarà una delle protagoniste della degustazione La magia delle vigne vecchie: Le Donne del Vino presentano vini da viti anche di ottant’anni, la prima mai realizzata a Vinitaly di vini da vigneti storici. A condurla ci sarà il giornalista Ian D’Agata che presenterà, tra gli altri, la Malvasia Myò 2016, il cui vigneto risale al 1933.

Sempre domenica, in Sala argento del Palaexpo, alle 11.30 e 16.30 Zorzettig sarà presente a Trebicchieri 2018 – Vinitaly Special Edition, il grande evento di degustazione che vedrà protagonisti i vini tre bicchieri della Guida Vini d’Italia 2018. Martedì 17 aprile alle 12.30 il Friulano Myò 2016 sarà tra i vini proposti nella degustazione curata da Doctorwine (pad 10 stand A4-B4). Per tutta la durata delle fiera sarà inoltre possibile degustare il millesimato di Ribolla Gialla Optimum 2016 presso lo stand Vinibuoni d’Italia (Pad 12 – C2) e il Friulano 2017 all’Enoteca International Buyers’ Lounge (Galleria pad.2/3).

 

 

ASSEGNATA LA SELEZIONE DELLA BOTTIGLIA DELLA CONFRATERNITA DI VALDOBBIADENE

 

Durante la cerimonia di apertura della tradizionale Antica Fiera di San Gregorio a Valdobbia-dene, è avvenuta la presentazione ufficiale della bottiglia della Confraternita, alla presenza del Governatore del Veneto Luca Zaia.

Il risultato del lavoro di 27 enologi, confratelli tra i Cavalieri di Valdobbiadene, profondi conoscitori della denominazione, con la tradizionale degustazione alla cieca, ha decretato che il Conegliano Valdobbiadene D.O.C.G. che meglio interpreta ed esprime essenza e cultura del territorio è quello presentato dal Confratello Loris Dall’Acqua, enologo della cantina Col Vetoraz. A lui ora va il compito e la responsabilità della produzione esclusiva e della distribuzione commerciale di 5.000 bottiglie di Conegliano Valdobbiadene DOCG, tutte rigorosamente numerate e riconoscibili grazie ai simboli della Confraternita, che in questo modo si fanno ambasciatrici della tipicità e dell’elevata qualità dell’annata. Un momento, questo, ogni anno sempre molto atteso dagli appassionati consumatori ed estimatori, poiché la bottiglia selezionata si pone come riferimento per la qualità dell’annata in corso.

CORVINA E TURCHETTA

DI GIANLUCA GIACOMIN

 

La fillossera li aveva decimati verso la fine dell’Ottocento. A distanza di oltre un secolo stanno tornando la Corbina e Turchetta, due vini rossi, tanto che Gianluca Giacomin titolare dell’azienda “Le vigne di San Giacomo” nella frazione di San Giacomo a Roncade sta procedendo all’etichettatura di 2000 bottiglie. Nel ‘900 alcuni produttori erano ripartiti con nuovi impianti di Corbina e Turchetta ma non incontrarono all’epoca i gusti dei consumatori e presero piede Merlot e Cabernet dette varietà internazionale. Giacomin grazie alla collaborazione con l’istituto sperimentale di Conegliano e l’ok della Regione tra il 2005-2006 aveva proceduto alla messa a dimora delle barbatelle. Prima raccolta uve nel 2009 e via via le procedure di rito. E a breve torneranno due vini, che solo in qualche realtà del Veneto, sembravano scomparsi Al vino e alla vite si dedicava il nonno Riccardo nella zona di Casier. E Gianluca Giacomin verso la fine degli anni ’90 iniziò a dedicarsi alla coltivazione della vite e alla produzione di vino a San Giacomo di Roncade dando vita all’azienda “Le Vigne di San Giacomo”. Gianluca Giacomin, enologo, 41 anni assieme alla moglie Annalisa sta portando avanti con successo l’amore per la vite e per la qualità dei suoi vini: 30 mila sono le bottiglie prodotte con una buona percentuale di export negli Stati Uniti d’America e in Russia. Quelli della famiglia Giacomin sono terreni argillosi vocati soprattutto per i vini rossi. Spiega Giacomin: “La nostra è un’azienda agricola a conduzione familiare nata a Roncade nel 1999 ma con origini più lontane. Cio’ che ci contraddistingue è l’amore per la vite e i suoi frutti”. I due nuovi prodotti sono stati presentati all’Osteria Pajer di Fagare’ della Battaglia gestita dai fratelli Elia e Marco Morellato.

 

 

I FRATELLI MARIO E VITTORIO FRANCHIN E L’ARTE DELLA PANIFICAZIONE

 

Chissà se lo scrittore americano Ernest Hemingway inviato a Roncade dall’American Red Cross (la Croce Rossa americana) nel 1918 riuscì ad assaggiare la neonata focaccia di Nino Franchin e di Vittoria Dalla Marta che oggi compie un secolo di vita. Sempre in quel periodo Carlo Franchin (fratello di Nino) produceva anche tagliatelle, lasagne e cappelletti. In queste zone la Grande guerra ebbe il suo epilogo. E dopo cento anni la ricetta di quella focaccia ha subito qualche piccolo ritocco: prim,a è stata affinata prima da Carlo classe 1921 e poi dai suoi figli Mario e Vittorio Franchin che rappresentano la terza generazione di panettieri i quali aggiunsero al dolce il miele d’acacia. Dopo un secolo questa ricetta continua ad avere un grande successo. In quel panificio di via Barbarana nato nel 1910 (inizialmente nella curva del Sansonetto) oggi quella focaccia non è passata di moda, anzi, è a dir poco richiestissima dato che nell’imminenza delle festività pasquali ne vengono sfornate 750 che variano da un peso di 500 grammi fino ad un chilo. Mario assieme alla moglie Michela grande appassionata di fotografia e Vittorio che conducono l’attività dal 1984 sono a dir poco “innamorati” di questa ricetta che continua a dar loro molte soddisfazioni. Si parte da una base composta dal lievito di birra, acqua e farina che rappresenta il “polish”. Nella seconda fase vengono aggiunti zucchero, uova, burro e ancora farina. Per il terzo impasto farina, uova e burro. Nella quarta fase vengono mescolati farina, uova intere e tuorli, yogurt, miele d’acacia, burro, cacao, aromi naturali e zucchero. Dopo una decina di minuti di riposo l’impasto lavorato a mano va in cella di lievitazione per cinque ore. Quindi la cottura di un’ora e la focaccia è pronta. Ne sa qualcosa Elia Morellato dell’Osteria Pajer di Fagare’ della Battaglia, la cui famiglia è da oltre quarant’anni nella ristorazione: “Le focacce pasquali e i panettoncini natalizi rappresentano il massimo della qualità. In questi prodotti ci sono una cura ed una professionalità che nel tempo mai sono diminuite. Il successo dei fratelli Franchin sta proprio nel fatto che continuano a puntare sulla qualità”.

 

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