Salta al contenuto principale
loading

Come, dove e quando

di ***

UN COMMOSSO RICORDO

DI BEPPE NARDINI

 

La scomparsa di Beppe Nardini a poco più di novantanni ripropone per la statura dell’uomo e dell’imprenditore (l’azienda è nata nel 1779 a Bassano ed è la più antica distilleria d’Italia) l’inevitabile bilancio di una vita. Che risulta non solo lunga, ma densa di eventi, iniziative, incarichi prestigiosi, ai quali hanno fatto da contraltare lo spessore e la notorietà dell’uomo, con il suo invidiabile stile.

Provare a mettere insieme le tappe più significative della sua vita comporta fatalmente il rischio di numerose e gravi omissioni. Ma noi di Tastevin vogliamo ricordare soprattutto il suo tratto garbato, la sua generosa apertura verso chiunque avesse qualche progetto da portare avanti, l’interesse per la stampa e la sua funzione. A non tener conto del rapporto – sempre disinteressato - con le maggiori istituzioni, la guida di enti, aziende pubbliche e banche, alle quali non ha mai fatto mancare l’esempio di quel rigore morale che ha segnato tutta la sua esistenza.

Tastevin è grata a Beppe Nardini per aver allargato l’area d’indagine e di diffusione della rivista, incoraggiando la nascita di una redazione a Napoli per coprire l’area di tutto il Sud. Il legame – ormai trentennale – fra il nostro direttore e Nino D’Antonio, è stato promosso e voluto da Lui.

Di Beppe c’è caro ricordare la lunga presidenza all’Azienda di Soggiorno di Bassano, con quel corteo d’iniziative fuori dal territorio, che impresse una svolta nell’economia della città. E ancora quella altrettanto lunga e prestigiosa alla guida dei Locali Storici d’Italia, fino alla Presidenza della Banca di Vicenza.

Cavaliere del Lavoro tra i più rappresentativi del comprensorio veneto, Beppe Nardini ha saputo affiancare a questi ruoli pubblici l’impegno costante per la crescita dell’azienda di famiglia, della cui storia è stato sempre orgoglioso.

Un capitolo a sé andrebbe dedicato alle tante personalità che hanno visitato la mescita al Ponte di Bassano, a partire dalla regina d’Inghilterra a Hemingway, e che la stampa – anche quella estera – non ha mancato di ricordare. Noi ricordiamo Beppe con animo “perturbato e commosso” consapevoli che la sua scomparsa impoverisce la grande imprenditoria italiana e lascia tutti noi più soli.

 

 

LA SCOMPARSA DI

MARCELLO VALENTE

PATRON DI VILLA

DELLA MONICA A LECCE

 

Il 15 novembre dell’anno scorso ha concluso la sua straordinaria vicenda terrena, a 82 anni, Marcello Valente, titolare del celebre ristorante Villa Della Monica, e uomo di grande popolarità e prestigio a Lecce.

La sua vita si è svolta tutta fra gli ambienti del suo locale, nato dal recupero di un’antica residenza rinascimentale. Un’operazione che ha richiesto una serie di radicali interventi, portati avanti nel segno di ogni possibile conservazione e rispetto dell’impianto originario.

Si è trattato di un progetto coraggioso, che è andato avanti per anni, e soprattutto della ferma convinzione che un ristorante, tanto raffinato e culturalmente stimolante, avrebbe incontrato una sicura fortuna. E Marcello – anche allora - non si è sbagliato.

Oggi, al timone di Villa Della Monica, c’è il suo unico figlio, Danilo, la medesima carica di simpatia e di eleganza del padre, nel solco della stessa capacità di accoglienza. Danilo ha tutte le carte in regola perché il prestigio e la notorietà di cui gode la Villa, con il suo splendido dehor, abbiano ancora una volta a costituire uno straordinario richiamo per i turisti e per la folta clientela di leccesi.

IL SUCCESSO DI

VITE IN CAMPO

 

In due anni la provincia di Treviso ha venduto oltre 600 macchine a recupero, un record nazionale in quanto la colloca al primo posto in Italia. La maggior parte di queste macchine innovative viene inoltre realizzata da costruttori locali. Il dato è emerso ieri nel corso della “Due Giorni” svoltasi nell’azienda Conte Collalto di Susegana “Vite in campo”, una fiera in movimento organizzata dal Condifesa Treviso in collaborazione con il Consorzio di tutela di Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, il Consorzio di Tutela Prosecco Doc ed il Consorzio Vini Asolo Montello. Oltre un centinaio di macchine innovative in azione e più di 2000 imprenditori presenti. La soddisfazione del presidente del Condifesa Treviso Valerio Nadal: “in questi giorni c’è stato l’incontro tra imprenditori agricoli e costruttori di macchine. Assieme hanno potuto provare sul campo il funzionamento della nuova tecnologia che va verso un’agricoltura più sostenibile”.

“Grazie a queste macchine innovative il nostro obiettivo dell’abbattimento dell’inquinamento nel nostro territorio diventa concretezza” ha sottolineato il presidente Nadal. Per il direttore del Condifesa Treviso Filippo Codato “in questi due giorni i nostri viticoltori hanno visto dal vivo le prove in campo relative alle nuove tecnologie”.

“Dagli anni 60-70 periodo del boom economico sembrava che la chimica fosse il toccasana. Non c’era ancora una cultura della sostenibilità” spiega Oddino Bin tecnico Condifesa Treviso. E quindi ha illustrato le novità: “Oggi abbiamo “Macchine a torretta” che permettono all’agricoltore di indirizzare l’irrorazione mirata sulla pianta quindi con miglior efficacia e minor dispersione di antiparassitario”. Ed ha proseguito: “Rispetto alle macchine della prima ora andiamo a dimezzare l’impiego di fitofarmaci del 50 per cento. Oggi oltre la metà dei vigneti di pianura nella Marca vengono trattati con macchine a recupero”.

L’agricoltore del futuro potrà fare uso dei satelliti per la guida assistita delle trattrici adatta a lavori di precisione sui cui il Condifesa si sta orientando. La macchina è .guidata da una serie di satelliti ed è in grado di raggiungere una precisione di guida attorno al centimetro. “E’ come se la macchina corresse su un binario” ha precisato Bin. “In pratica il mezzo grazie ai sensori che leggono la vigoria della pianta sono in grado di dosare la concimazione e i trattamenti sulle reali necessità della pianta. Non c’è peggior ingiustizia del dare a tutti la stessa dose. Ogni filare od ogni pianta hanno esigenze diverse”.

 

 

PREMIO QUALITA’ ITALIA

2018

 

Si sono concluse a Città Sant’Angelo Sabato 23 Giugno 2018 le degustazioni dei vini partecipanti al Concorso Enologico Nazionale per assegnare l’ambito Premio Qualità Italia 2018, organizzato dalla Scuola di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo”.

Sono stati assegnati 16 primi Premi Nazionali per altrettante categorie, 63 Menzioni e 60 Speciali Attestati Regionali.

Conquistano il Premio Qualità Italia 2018, 2 vini dell’Emilia Romagna, 2 del Trentino Alto Adige, 4 dell’Abruzzo e n. 1 rispettivamente per Calabria, Campania, Lombardia, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto.

Molto soddisfatti gli organizzatori del Concorso che hanno visto la partecipazione di produttori di tutte le Regioni d’Italia anche a dimostrazione dell’interesse crescente riservato al Premio Qualità Italia che, giunto alla quarta edizione, rappresenta ormai un appuntamento di visibilità importante.

La qualificata giuria, organizzata in diverse commissioni, ha valutato con grande professionalità i vini presentati seguendo i criteri del Metodo internazionale degli enologi.

Il concorso organizzato e promosso dalla Scuola Leonardo con l’intento di favorire la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del “made in Italy” verso tutti i Paesi che amano il vino e vuole essere un punto di riferimento nel mondo, in tutti i paesi che vedono nell’italianità una garanzia qualitativa legata alla tradizione dei propri prodotti tipici.

L’elenco dei vincitori è disponibile su www.premioqualitaitalia.org

 

 

LA “SAMPAGNA” RITROVATA PER MERITO DELLA

FAMIGLIA DELLA FRATTINA

 

I francesi che occuparono il Veneto nel 1797, ai confini della Marca Trevigiana con il Friuli, tra Pravisdomini e Motta di Livenza, sorseggiarono un vino bianco frizzante tipico della zona e lo definirono “buono come lo champagne”. La Repubblica di Venezia aveva ormai i giorni contati. A breve ci sarebbe stato, poi, lo “scambio” (il Trattato di Campoformido) con cui Venezia passò sotto l’Impero austriaco, rimanendovi a parte la parentesi del Regno d’Italia napoleonico e la breve e sfortunata esperienza della Repubblica di Venezia di Daniele Manin del 1848- fino al 1866. Difficile all’epoca per un agricoltore veneto o friulano pronunciare la parola champagne. E infatti il brioso vino fu ribattezzato “sampagna”. Dopo oltre due secoli il vino, quasi scomparso e prodotto con l’uva Marzemina bianca, torna sul mercato, grazie alla determinazione di Manlio della Frattina, discendente di una famiglia da oltre mille anni produttrice di vini di qualità. Qualche anno fa Manlio della Frattina rinvenne, quasi miracolosamente, in un campo di Annone Veneto (da sempre feudo della famiglia) alcune antiche piante del vitigno, e riuscì a ricavarne le barbatelle sufficienti per il reimpianto. Il Sampagna è oggi un vino ricercato, nel quale il “conte contadino” della Frattina ha profuso un grande sforzo produttivo per mantenerne intatte le caratteristiche originali: fermentazione in bottiglia sui propri lieviti, nessun filtraggio, applicazione minima di conservanti. Risultato: un meraviglioso effetto visivo a pagliuzze d’oro e un gusto fresco e sapido che non ha nulla da invidiare alla base di un ottimo champagne premier cru. Da sempre l’Azienda Conti della Frattina dedica un’attenzione particolare alla limitazione della “chimica nel bicchiere” e ai cicli naturali: la nuova produzione è stata confezionata nei tre giorni della Luna di maggio idonei all’imbottigliamento; la bottiglia trasparente assicura la percezione anche visiva di un vino “diverso”, che rappresenta -se si vuole che il settore divenga elitario ma nel contempo altamente competitivo per i nuovi mercati- il futuro della vinificazione del Nordest. Alcune importanti enoteche veneziane che fanno tendenza per un target internazionale si sono già assicurate parte della produzione.

 

 

LA NUOVA “PROSTETTIVA” DI COL SANDAGO

 

Ispirandosi al dipinto “Pro-spettiva 1” di Martino Zanetti, Col Sandago ha presentato la sua nuova immagine coordinata, a Vinitaly 2018.

Il gioiello vitivinicolo di Martino Zanetti, situato nel cuore della D.O.C.G. del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, nella Marca trevigiana, rimanendo fedele alla propria identità d’eccellenza, utilizza un nuovo codice comunicativo.

Col Sandago si estende sull’omonima collina, tra i comuni di Susegana e Pieve di Soligo, un’area dove molteplici fattori contribuiscono alla realizzazione di vini pregiati e di forte carattere. Grazie ai terreni, composti in prevalenza da argille calcaree, alla protezione offerta dalle prealpi trevigiane, all’ottimale esposizione, all’altitudine compresa tra i 250 e i 300 metri, si creano a Col Sandago le condizioni microclimatiche favorevoli alle viti.

Il nuovo percorso parte dal restyling della bottiglia dedicata agli spumanti D.O.C.G. e D.O.C. di Col Sandago, con un decor in rilievo che ne abbraccia completamente la superficie e riprende, stilizzati, i motivi del dipinto mentre nella parte frontale bassa la firma incisa di Martino Zanetti dà un tocco esclusivo alla bottiglia. L’etichetta è valorizzata in ogni minimo dettaglio con lamine oro, argento e bronzo e preziose finiture. Si coglie così al primo sguardo l’appartenenza a un territorio in cui spiccano le tre punte di diamante D.O.C.G. di Col Sandago, interpretazioni singolari e diverse del vitigno più rappresentativo della zona, il Glera, che si esprime qui al meglio in versione tradizionale, armonica e distintiva: Undici, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. “Rive di Susegana” dry, Vigna del Cuc Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. brut, Case Bianche Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. extra dry. La nuova veste, con etichetta nera e lettering in oro e argento, è proposta anche per il Prosecco D.O.C. in versione extra dry e brut.

La nuova wine vision intrapresa dal brand si estenderà, prossimamente, all’immagine completa della Tenuta e a tutta la gamma dei vini.

 

 

E’ NATO IL COORDINAMENTO REGIONALE DELLE STRADE DEL VINO E DEI PRODOTTI TIPICI DEL VENETO

 

Complice il caldo di questi giorni, non poteva avvenire che nelle fresche sale di una cantina il battesimo del Coordinamento regionale delle Strade del vino e dei prodotti tipici del Veneto. Atto costitutivo e statuto della neonata associazione sono stati firmati lo scorso 12 giugno, presso la cantina Monte Tondo a Soave, dai rappresentanti di 12 Strade. A far da padrino all’evento, Francesco Antoniolli, vice presidente del Coordinamento nazionale delle Strade del vino, dell’olio e dei sapori italiane, nonché presidente della Strada del vino e dei sapori del Trentino. Presidente e Vicepresidente dell’associazione, in carica per tre anni, sono stati nominati rispettivamente Paolo Menapace, Presidente della Strada del vino Soave e Isidoro Rebuli, Presidente della Strada del Prosecco e vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene.

Le 12 Strade aderenti. Del Coordinamento regionale fanno parte: Strada del vino Arcole Doc, Strada del vino Colli Berici, Strada del vino Colli Euganei, Strada del vino Lessini Durello, Strada vini Doc Lison Pramaggiore, Strada del Prosecco e vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene, Strada del Radicchio Rosso di Treviso, Strada del Recioto e dei vini Gambellara Doc, Strada del Riso Vialone Nano Veronese Igp, Strada del vino Soave, Strada del Torcolato e dei vini di Breganze, Strada del vino Valpolicella. Il Comitato di Gestione del Coordinamento regionale è formato, oltre che da Menapace e Rebuli, anche da Franco Zanovello (Presidente Strada del vino Colli Euganei), Rino Polacco (Presidente Strada del vino Colli Berici), Cristian Zulianello (Presidente Strada vini Doc Lison Pramaggiore). Il Coordinamento regionale avrà sede per i prossimi tre anni a Soave, in quanto è la località della Strada che ne esprime la presidenza.

Obiettivi. “Le 12 strade che fanno parte del Coordinamento regionale rappresentano centinaia di aziende agricole e cantine, imprese dell’accoglienza e della ristorazione, dell’artigianato tradizionale, oltre a tanti Enti locali e territori che, nel loro insieme, danno vita a percorsi enogastronomici considerati oggi in Veneto una delle più importanti forme di turismo emergente. Il nostro intento è quello di operare, in stretta collaborazione con la Regione, per promuovere e valorizzare questi percorsi attraverso un’offerta turistica integrata, senza dimenticare l’importanza della formazione degli addetti ai lavori nonché il recupero delle risorse per attuare i diversi programmi”, afferma il Presidente del Coordinamento regionale Paolo Menapace, assertore delle prima ora dell’unitarietà di intenti delle Strade del vino e dei prodotti tipici veneti. “La saggezza popolare insegna che l’unione fa la forza, avere quindi una voce univoca nel confronti delle Istituzioni e degli altri interlocutori regionali sarà importante per riuscire a realizzare progetti comuni di ampio respiro”, conferma il Vicepresidente Isidoro Rebuli. Una delle prime azioni di promozione attuate dal Coordinamento regionale riguarda i social network, con la creazione della pagina Facebook Strade del vino, dell’olio e dei Sapori del Veneto in cui saranno inserite tutte le iniziative create per il pubblico dalle 12 Strade.

 

 

IL CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC SICILIA TRA I GRANDI VINI DEL MONDO

 

Il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia tra i grandi vini del mondo ad Aspen, in Colorado (USA), ospite del Food&Wine Classic, uno dei più importanti eventi mondiali dedicato all’enogastronomia d’eccellenza, organizzato dalla prestigiosa rivista di food, wine e lifestyle.

Tra showcooking, seminari, feste e 80 chef in azione ai fornelli, nel weekend enogastronomico più esclusivo dell’anno targato USA, appassionati ed esperti hanno potuto assaggiare i vini della denominazione Doc Sicilia, ricchi di sapori e profumi.

“Non potevamo mancare, anche quest’anno, al Food&Wine di Aspen – ha commentato Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia- Nei tre giorni dell’evento abbiamo avuto un numero notevole di curiosi e winelovers. I vini della Doc Sicilia sono particolarmente apprezzati negli Stati Uniti, primo mercato di vino al mondo in cui si registrano costanti aumenti delle vendite e in cui continuiamo a investire con progetti promozionali”.

Dopo gli ottimi risultati riportati nei primi mesi di quest’anno dalla Doc Sicilia, le stime di crescita si stanno concretizzando e al 31 maggio si registra un incremento del 146% di imbottigliato rispetto allo stesso periodo del 2017. Alla luce di questi traguardi, è sempre più fondamentale far viaggiare i vini siciliani nel mondo. Cogliere occasioni come il Food&Wine di Aspen serve infatti a raccontare la ricca viticoltura della nostra isola”.

 

 

IL CHIANTI CLASSICO SOLIDALE:

NASCE L’ETICHETTA

“IL BUON SAPORE”

 

Castello di Meleto ha realizzato un’etichetta di Chianti Classico veramente speciale. Si chiama “Il Buon Sapore” ed è nata in collaborazione con Noi per Voi Onlus e Unicoop Firenze. L’etichetta sarà venduta da Unicoop Firenze nei punti vendita di Figline Valdarno, Montevarchi, Firenze Gavinana e Poggibonsi nell’ambito del Progetto Territorio. È il primo prodotto della gamma denominata “Il Buon Sapore”, un ‘iniziativa che cerca di coniugare alimenti genuini e uno stile di vita sano ed equilibrato, principi che l’associazione Noi per Voi Onlus da sempre promuove per prevenire le patologie tumorali, con la speranza di accompagnare così tutti i bambini nel percorso della loro crescita.

La bottiglia di Chianti Classico di Castello di Meleto sarà venduta al prezzo di 11 euro presso tutti i punti vendita Unicoop Firenze: 2€ saranno devoluti all’associazione per il sostegno delle famiglie e dei bambini in cura all’Ospedale Meyer di Firenze. Noi per Voi Onlus (www.noipervoi.org) è un’associazione di genitori fiorentina senza scopi di lucro creata nel 1986, le cui finalità sono il finanziamento della ricerca contro il cancro infantile, l’assistenza ai bambini e il sostegno alle famiglie dei ricoverati. Da 30 anni, il personale e i volontari della Onlus sono al servizio dei bambini in cura, assicurando loro il supporto psicologico e l’assistenza domiciliare.

“Siamo onorati – dichiara Michele Contartese, Direttore Generale di Castello di Meleto – di inaugurare con il nostro Chianti Classico l’iniziativa “Il Buon Sapore”. Crediamo fortemente nelle finalità e nei valori su cui si fonda l’associazione con la quale da anni collaboriamo, promuovendo iniziative benefiche, come lotterie e aste di beneficienza, organizzando eventi, come la Festa di Primavera al Castello di qualche anno fa, che ha avuto un grande successo”.

 

 

UN AMARONE E UN VALPOLICELLA SUPERIORE SONO PUNTA DI DIAMANTE DI CANTINA VALPANTENA VERONA

 

Si chiama Brolo dei Giusti la nuova linea rivolta alla ristorazione di Cantina Valpantena Verona. Un Amarone della Valpolicella DOCG e un Valpolicella Superiore DOC prodotti in tre vigneti condotti direttamente da parte dell’azienda cooperativa. Si tratta di un appezzamento più grande di 13 ettari, e due più piccoli, di 3 e 2,5 ettari, tutti siti in Valpantena, in cui sono coltivate le varietà tipiche della Valpolicella (Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara) con impianti in parte a pergola ed in parte a guyot.

Il vigneto principale presenta le caratteristiche di un vero e proprio “brolo”, termine della cultura contadina che indica un campo protetto da siepi, alberi di ulivo e marogne, i tradizionali muretti a secco della Valpolicella. Come il Clos francese, anche Brolo dei Giusti è un unico vigneto, racchiuso e prezioso.

“La gestione diretta dei vigneti – spiega Luca Degani, direttore di Cantina Valpantena – ci ha permesso di sperimentare tecniche colturali avanzate come la confusione sessuale e eliminare il diserbo chimico a favore di lavorazioni meccaniche del sottofila. La creazione di una società agricola, controllata al 100% da Cantina Valpantena, è stata una conseguenza naturale”.

Brolo dei Giusti, prodotto solo nelle annate migliori, debutta con la 2011 di Amarone e 2013 di Valpolicella, prodotti rispettivamente in 8000 e 12000 pezzi, tutti numerati a mano. Le bottiglie sono serigrafate, anziché etichettate, per poter rimanere integre nel lungo affinamento che il vino può affrontare. I tappi sottoposti a controllo individuale con il gas cromatografo metteranno al riparo dai difetti legati al sughero.

“Questa linea – spiega Luigi Turco, Presidente – nasce nel sessantesimo anniversario di Cantina Valpantena e rappresenta il punto di arrivo di un percorso di crescita qualitativa che ci ha portati ad essere uno degli attori principali della denominazione, a livello internazionale”.

Il “Giusto” evocato dal nome rappresenta un omaggio alla figura dell’agricoltore che, alla fine di una giornata di lavoro, si siede sulla marogna a contemplare il suo operato, immerso nella geometria delle vigne e nella bellezza della natura fuori e dentro il Brolo.

“Il logo che abbiamo scelto – conclude Turco – simboleggia in modo efficace la filosofia che ci guida nella conduzione di questi vigneti, dove il rispetto per la natura e l’amore per le cose ben fatte sono gli stessi con cui la nostra gente ha sempre svolto il proprio lavoro”.

 

 

MASSIMO BOTTURA FESTEGGIA CON FERRARI

 

Un brindisi tutto italiano per il ritorno nel nostro Paese dello “scettro” di miglior ristorante al mondo secondo The World’s 50 Best Restaurants, che dopo un anno ripassa nelle mani di Massimo Bottura. Come già a New York nel 2016, Bottura ha festeggiato con Ferrari alla cerimonia di premiazione, insieme ai tanti amici chef e all’entusiasta delegazione del nostro paese giunta a Bilbao per l’evento. Un grande orgoglio italiano che conferma lo stretto rapporto che lega Ferrari alla grande ristorazione internazionale, che sempre più vede nelle bollicine il perfetto accompagnamento per le proprie creazioni.

Nel corso della cerimonia, a cui hanno partecipato mille fra le più influenti personalità dell’enogastronomia e vista in diretta streaming in tutto il mondo, è stato consegnato anche il Ferrari Trento Art of Hospitality Award, dedicato al ristorante che sa rendere l’esperienza memorabile per i propri ospiti grazie alla perfetta combinazione tra cibo eccellente, servizio, ambiente e accoglienza.

A trionfare il Geranium di Copenhagen, diciannovesimo nella classifica generale, che unisce alla cucina creativa di Rasmus Kofoed, l’innovativo approccio in sala di Søren Ledet, direttore e comproprietario.

q

 

Vuoi ricevere la rivista Taste Vin?

Scrivici