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Sviluppo e mercato

di Annibale Toffolo

Il mercato italiano del vino rappresenta un bacino di consumo economicamente importante. Purtroppo, è in prospettiva che l’attrattività di tale mercato sembra destinata a diminuire sensibilmente. Le imprese italiane, per mantenere inalterati i propri livelli produttivi e di redditività dovranno sempre più confrontarsi con consumatori appartenenti a paesi e culture alimentari lontane dalla nostra. La posta in gioco è alta: si corre infatti il rischio di dover dire addio ad una larga fetta della coltivazione della vite, con tutti gli effetti che ne deriverebbero a cascata sia nelle fasi produttive a valle della filiera, sia nei territori rurali e nelle economie locali dove la produzione vitivinicola rappresenta un asset strategico di sviluppo.

Gli ostacoli presenti lungo questo percorso di internazionalizzazione non sono pochi, ma i risultati raggiunti dal vino italiano nel mondo, anche durante questo periodo di recessione, testimoniano la bravura e le capacità commerciali delle nostre imprese. Tanto che, mettendo in relazione tali successi con le dotazioni strut- turali, organizzative e di supporto istituzionale/commerciale delle imprese italiane rispetto a quelle francesi o dei player dell’Emisfero Sud, viene naturale chiedersi come questo sia stato possibile. Le imprese italiane possono contare su standard qualitativi di prodotto elevati, su un’imponente varietà di vini in grado di adattarsi alle diete locali e che possono far leva su riferimenti territoriali di alto valore emozionale ma, soprattutto, sulla diffusione della cucina italiana. Un particolare di estrema importanza dato che, per i nostri vini, ha rappresentato in molti casi l’arma più efficace per la penetrazione nei nuovi mercati.

In altre parole, più che stupirsi dell’affermazione raggiunta dai nostri prodotti nel mondo, occorrerebbe prendere atto delle potenzialità ancora inespresse o non pienamente utilizzate dalle nostre imprese per godere di maggiori vantaggi competitivi…

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