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Il calore che raffredda

di Michele Scognamiglio

Nei paesi in cui il clima è particolarmente rigido, vi è la consolidata abitudine a ricorrere frequentemente a bevande ad elevata gradazione alcolica nel tentativo di riscaldarsi ed affrontare meglio i rigori del freddo.

D’altra parte, chi ama la montagna, avrà certamente constatato che sulle piste da sci, sono in molti coloro che ricercano conforto in un “cicchetto”.

Io stesso, ricordo con un velo (ma solo un velo) di nostalgia, i giorni in cui servivo la Patria, quando tra le dotazioni di conforto previste per le interminabili e gelide notti invernali di guardia armata, spuntavano le bustine dell’eroico Cordiale.

A volte mi chiedo: che fine avra fatto il distillato militare, compagno delle interminabili nottate in altana?

Ringrazio in anticipo e prometto mancia a chi mi fornisca notizie in merito.

Una curiosità che lega freddo ed alcol voglio raccontarla anche io, e riguarda i san Bernardo gli amorevoli cagnoloni di montagna, specializzati nel soccorso alpino.

Non vi è cartone animato e film che non mostri i simpatici ed insostituibili cani con una fiaschetta appesa al collo di grappa o brandy.

In realtà, il mito del cane con la botticella nacque per merito di un artista dell’800, tale Edwin Lanseer, che dipinse una scena di soccorso alpino, in cui i cani portavano al collo la famosa botticella.

Era solo una fantasiosa trovata del pittore!

Il dipinto e la botticella sul collare del cane ebbero successo ed ispirarono e convinsero intere generazioni che i cani san Bernardo “portavano distillati tra i ghiacciai”. Come vedremo di qui a poco, le fiaschette alcoliche non aiuterebbero per certo il malcapitato a riprendersi dal gelo, per riscaldare effettivamente dovrebbero contenere te caldo e zuccherato. Che l’alcol abbia una funzione riscaldante, è una convinzione errata, priva di significato, con solo un apparente fondo di verità.

Vediamo il perchè.

L’alcol, specie nel caso di assunzione eccessiva, provoca due effetti paralleli ed entrambi…

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