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Vivere insieme la festa

di Annibale Toffolo

Grande è la saggezza dell’antico proverbio: “Natale con i tuoi...”, con quel che segue. E’ il giorno in cui le famiglie ancora si riuniscono attorno alla stessa tavola, è il momento in cui ancora si rispetta un menu di magro per la cena della vigilia. E’ l’occasione per rispolverare le vecchie ricette tradizionali.

Il Natale, insomma, è forse l’unico giorno dell’anno rimasto tanto legato alla tradizione. Così come sono ancora tradizionali gli auguri e l’invio o lo scambio dei regali.

Il Natale è la festa che distrugge, almeno per un momento, l’effimero in cucina e in tavola, con la riscoperta di quei piatti e di quei sapori che la tradizione ha consolidato e codificato secondo norme immutabili, che il tempo e la spesso insana voglia di novità non sono riusciti a scalfire.

Ogni regione italiana, ogni città, ogni paese ha nel proprio bagaglio culturale almeno un piatto “natalizio”. Molto spesso si tratta di preparazioni elaborate, ma non mancano le ricette più semplici, quasi elementari, retaggio di una cucina povera che stranamente si vorrebbe accantonare rivalutandola.

Infatti accade molto spesso che certi piatti consacrati al Natale si mangino in casa solo in quel giorno di festa, salvo poi cercarli, nell’arco dell’anno, al ristorante, dove il cuoco magari li tradisce con arbitrarie rivisitazioni e personali interpretazioni.

Ma l’antico adagio “Natale con i tuoi...” favorisce un’altra co- sa molto importante: la convivialità. E’ il momento in cui le famiglie si riuniscono; attorno allo stesso tavolo siedono due o tre generazioni, si scandagliano ricordi, si scambiano notizie, si riannodano discorsi interrotti, si ritrova un calore umano forse dimenticato. Ecco, allora, che il Natale acquista, al di là del proprio valore sacro che è universale, un grande significato morale e personale. La parola “convivio” deriva infatti dal latino “convivere”, che vuol dire “vivere insieme”. E il Natale offre a ciascuno di noi un’occasione irripetibile per vivere…

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