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Daniele Salvagno: innovazione nella tradizione

di P. P.

E, ancor, prima personaggio simbolo di quella agricoltura (italiana) innovativa che si sta affacciando nell’ampio agone della globalizzazione e che, in alcuni comparti come quelle delle produzioni agroalimentari sta conseguendo primati di tutto rispetto.

Un ‘credo’ che Daniele Salvagno ha saputo fare proprio, in occasione della selezione delle imprese venete partecipanti alla finale dell’”Oscar Green”, svoltasi nella autorevole sede del Rettorato dell’Università di Padova (il Bo’), evidenziando in qualità di neo presidente veneto di Coldiretti:

«Oggi, più che mai il Veneto è un laboratorio, una fertile “terra di idee” che si manifestano attraverso storie da conoscere che spaziano: dai ritorni all’approccio, quali imprenditori, da neofiti a sicure carriere professionali. Grazie alla loro determinazione, il primario, veneto e italiano, sta vivendo una ‘nuova’ stagione di centralità economica e occupazionale. E’ grazie al loro straordinario impegno se, ad esempio, le viti sono ancora piantate sulle Dolomiti, se la pecora alpagota continua ad essere allevata, se lo zafferano si è trasferito in Pianura Padana, se la canapa sta vivendo la sua riscoperta, se si beve una birra a km zero, se il kaki diventa aceto, se nelle aree marginali le piante officinali diventano bio creme, se la gelateria del centro si sposta in campagna, se i cittadini possono decidere quale lana usare direttamente utilizzando il tosato d’alpaca allevato nel comprensorio regionale, se il pesce di lago viene servito pescato e confezionato, se il turismo è slow, se le aziende fanno rete per fare meglio marketing e così via».

Oggi, «lo spaccato dell’agricoltura veneta risulta essere, come sottolineato da Giuseppe Pan, assessore regione veneto alle attività del primario e che ha presieduto l’evento, “risulta in costante divenire specie sul fronte dell’innovazione di processi e di prodotto che le giovani leve stanno attuando percorrendo scenari nuovi per tutto il primario».

Nel 2017,…

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