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Golf e Club House "Poggio dei Medici"

di Paolo Pilla

Ben sposa quel sito di Toscana Golf “Poggio dei Medici”, con il carattere del vicino Passo del Giogo: la sua scalata curviforme, in forte pendenza e dura, seppur ingentilita dalle dolci colline. Il percorso del Golf, che si snoda nella verde vallata del Mugello sovrastata dagli Appennini, è Campo di altissimo livello, con accogliente Club House, tra le Colline, a poca distanza da Firenze. Numerose alture, nutriti ostacoli d’acqua regalano splendidi panorami, ma è un po’ faticoso. Progettato da Alvise Rossi Fioravanti & Baldovino Dassù secondo gli standard USGA, è stato inaugurato nel 1992, è tipo Parkland. Per poterlo praticare è richiesto il limite Handicap di 36, certificato dal Club di appartenenza.

A farne un Campo tosto, non sono tanto le difficoltà legate al disegno, quanto il percorso che definirei aspro per i continui dislivelli. Nella giornata di gara sono stati ben pochi i colpi che ho potuto fare con i piedi in piano, salvo che non mi trovassi ai tee di partenza o ai green. Per le frequenti alture, era inoltre difficile capire la direzione verso cui indirizzare il colpo. È consigliabile esplorare il Campo prima di una gara, e per i meno atletici è bene usare il car, anche in considerazione dei lunghi tratti di trasferimento da una buca all’altra. Per ben cinque occasioni ha ospitato il Ladies Italian Open, e tre edizioni del Mugello Tuscany Open. Richiede abilità, una sfida per ogni standard di giocatori.

Nella club house del sedicesimo secolo, di classica solida architettura toscana, l’ospitalità vien data in una delle belle e spaziose camere, in cui si gode di un perfetto silenzio, immersi nella natura. Tutto è quanto di meglio sia logico aspettarsi in questa parte dell’Appennino toscano. Ne ho subìto il fascino.

Il sito, in passato Scarpignana, è una frazione del comune sparso di Scarperia e San Piero, di pochi abitanti, della città metropolitana di Firenze, famoso per la produzione artigianale di coltelli e di macchine per caffè professionali. Scarperia (scarpa, nel senso di scarpata), (ria) “ostile”, alle falde degli Appennini.

Nel 1306, il Consiglio dei Cento della Repubblica Fiorentina deliberò di edificare una Terra Nova, una cittadella fortificata, atta a proteggere Firenze dagli attacchi provenienti dal settentrione, e subito fu fondata con il nome di Castel San Barnaba. Il Castello dei Vicari, conosciuto anche come Palazzo Pretorio, è di origine trecentesca; al suo interno, è visitabile il Museo dei ferri taglienti, dove attraverso 5 sezioni tematiche è documentata l’attività dei coltellinai di Scarperia, ed è illustrata la produzione dei coltelli. È anche possibile ammirare un affresco della scuola del Ghirlandaio, del 1501, e l’antico orologio della torre campanaria di Filippo Brunelleschi, unica testimonianza della sua attività nel campo dell’orologeria. Anche se la sua produzione è stata più ampia, come ci testimonia il Vasari. Interessante è l’affresco con l’Incredulità di San Tommaso di scuola fiorentina del XV secolo, che rappresenta un modello iconografico ricorrente spesso per i giudici, i quali come San Tommaso, devono “toccare con mano” prima di sentenziare la loro verità.

Nel 1415 l’edificio divenne avamposto militare inespugnabile e Sede del Vicariato della Repubblica Fiorentina con funzioni amministrative e giudiziarie, con esenzione da tasse e balzelli. Rappresentando l’unica via di comunicazione fra Firenze e Bologna, fu luogo di controllo della viabilità transappenninica.

Il palazzo vecchio accanto all’antica torre coronata da merli, residenza nel ‘300 del Capitano, ripristinato dopo il terremoto del 1542, ospita l’Allegoria del Mugello del Vasari, l’interessante cucina, e le prigioni.

Alla sommità della torre si accede attraverso una scala in legno con centodue scalini, e dall’alto della torre è possibile vedere anche il camminamento di ronda che corre al livello più basso che aveva funzione difensiva di avvistamento di eventuali nemici.

Con la vittoria contro le truppe milanesi nel 1351, Scarperia rafforzò il legame con Firenze, che come segno di ringraziamento, le concesse il privilegio di avere lo stesso stemma di Firenze, seppur a colori invertiti: giglio rosso su campo bianco.

Data la posizione strategica, lungo la strada che conduceva al Passo del Giogo, Scarperia crebbe in prosperità. La località si può definire il paese dei coltelli: fin dal 1306, data della sua fondazione, gli abitanti si sono sempre profusi in questo speciale settore dell’attività artigiana: i rinomati “ferri taglienti”. Nel Settecento conobbe un rapido declino, quando fu decisa l’apertura della Carrozzabile della Futa, la quale tagliava fuori l’abitato dal traffico commerciale che era stato la sua fortuna. Altro contraccolpo subì quell’artigianato d’eccellenza nel 1908, con l’emanazione della legge che impedì il commercio e il porto di coltelli a serramanico di lunghezza superiore al palmo della mano. Sulle alture del versante sud del Passo, durante la seconda guerra mondiale, correva la Linea Gotica, la linea difensiva tedesca sfondata dai soldati americani nel settembre del 1944. Oggi, nei pressi del valico è ubicata la stazione del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare, di fondamentale importanza per lo studio del clima.

Grazie alla ricercatezza nella lavorazione, all’impulso del collezionismo, e alla enogastronomia, la borgata è sopravvissuto fino ai giorni nostri, ed è fiore all’occhiello del territorio. Scarperia è anche considerato uno dei Borghi più belli d’Italia, vi si disputa annualmente un palio per festeggiare la fondazione del paese. Ho avuto l’opportunità di apprezzare questa speciale atmosfera, per aver partecipato a un Campionato nella forma d’incontro e di convivio, tra colleghi di diverse latitudini. Abbiamo giocata sotto la pioggia, ma con determinazione, e qui la soddisfazione del podio l’ho assaporata anch’io. Eravamo appunto a Scarperia, in quella città famosa per i suoi coltelli artigianali, una bottega di “ferri taglienti” a ogni piè sospinto. Eccellente l’ospitalità a “UNA Poggio dei Medici”, un albergo che fa parte di una catena di ambienti raffinati, in buona posizione, nel mezzo delle colline del Mugello.

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