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A Ca’ Della Nave il Trofeo dei campi pratica

di Paolo Pilla

Il Golf Club Cà della Nave ha ospitato l’Associazione Campi Pratica per una gara stableford a tre categorie, settima degli otto incontri della serie TROFEO, che a turno ogni Circolo collegato organizza nella stagione. Presenti in gran numero i Club legati, e a rendere ancor più competitivo l’incontro, oltre ai loro, giocavano soci di altri Circoli anche esteri, per un totale di cinquanta giocatori. Si son visti sfilare gli atleti di sette Campi Pratica impegnati nella tenzone, il cui risultato avrebbe poi avuto come conseguenza goliardici sfottò. Maggiormente sono di terra veneta i Club collegati, ma ce ne sono anche di altre Regioni italiane. Vorrei esprimere il mio pensiero sul significato di questa associazione “Campi Pratica”, che a mio avviso sono la colonna portante del Golf in Italia, dirò perché:

È noto che questo gioco, contrariamente al resto del mondo, non ha in Italia tanti proseliti. I motivi sono più di uno e tra gli altri quello economico, anche se talvolta è un falso problema perché, andando a fare i conti, la sua pratica non è economicamente più onerosa rispetto agli altri sport. Quello che manca nel nostro Paese diversamente dalle altre nazioni anche meno ricche, sono strutture che permettano l’avvicinamento dei giovani in modo semplice, e pressoché gratuito. In altre parole, mancano i “Campi pubblici”, che farebbero del Golf una disciplina popolare. È pur vero che la Federazione ha cercato di mettere in atto qualcosa di appetitoso per rendere più invogliante l’approccio, ma non basta, perché comunque i Circoli hanno bisogno di entrate per sostenere le tante spese. Ecco allora la grande utilità dell’esistenza dei Campi Pratica. Strutture di modesta superficie, disseminate capillarmente nel territorio, le spese per il funzionamento ci sono, ma non eccessive, minori di quelle sostenute dai Campi omologati. Questo permette di accogliere i neofiti in maniera meno costosa, seppur che in ognuna di queste opera un abile istruttore, idoneo a trasmettere la conoscenza del gioco. E succede anche che al loro interno si crei facilmente coesione tra i soci, ancor più che nei grandi Campi. Essi godono in genere di un clima festoso, famigliare, cameratesco, che appassiona e diverte sia il principiante sia il medio e l’abile giocatore. Quest’ultimo, infatti, trova vicino a casa o al lavoro l’ambiente utile per fare un po’ di allenamento, approfittando magari della pausa pranzo. Riuniti in associazione, in uno stretto rapporto collaborativo, oltre ad organizzarsi gli eventi, i Club riescono ad ottenere agevolazioni, mettendole poi a disposizione dei soci. I tesserati si trovano a loro agio, fanno avvicinare i loro amici. Si può dire allora che l’incremento, seppur modesto del numero dei giocatori, sia ascrivibile a essi. Indirettamente ne traggono beneficio anche i Campi maggiori, perché qualche golfista ormai padrone del gioco, a un certo punto desidera emigrare in un Circolo a diciotto buche. Tra tutti, è di uno in particolare cui voglio fare cenno: il Golf Club “Il BOSCO” che nella gara risultava il più numeroso, e a che aveva gestito l’organizzazione della tappa al Cà della Nave, coadiuvato da “Easy Golf”. Il Club è situato accanto al Monticano, che lo separa dal centro di Oderzo, nei cui abitanti emerge l’orgoglio e l’attaccamento alla propria storia: Opitergium, già “Piazza di Mercato” paleoveneta, poi importante municipio romano. Terra fertile, fu contesa dai Collalto, dai da Camino, dagli Scaligeri, finché divenne parte della Repubblica Veneta. Subì l’invasione di Napoleone, passò sotto la dominazione austriaca che durò fino al 1866, anno in cui divenne italiana. In questo lembo di terra che esprime generosità nei confronti della vite, ha sede “il Bosco”.

Tre sono i personaggi speciali in questo Club: Marta Dalla Nora presidente -gentile, sorridente, simpatica, determinata, che ha saputo dar solidità al Circolo con cento soci molto attivi; Anna Maria Miliè -professionista di raro spessore che con fare discreto porta al successo i suoi allievi e cura con passione il “club dei giovani” in una preparazione tecnica e mentale, infondendo loro i valori indispensabili a una crescita della persona prima che sportiva; Renzo Dalla Pietà detto PICI, -il “Capo”, grande di stile e di stazza, tuttofare proprietario e gestore, il cui maggior appagamento è dedicarsi al Campo da Golf, che insiste sulle sue terre. Il trio, in sinergia, stimolando i soci con una vita di Circolo attiva e ricca di eventi, è riuscito a creare un ambiente di affiatamento in cui è prevalente la lealtà dei valori sportivi.

Torniamo alla bella giornata trascorsa al Circolo di Cà della Nave: I giocatori si sono divertiti, hanno molto apprezzato l’importante disegno del tracciato di gioco (Arnold Palmer), la buvette disponibile al passaggio tra la nove e la dieci in cui PICI allegramente offriva la sua soppressa, i formaggi, la frutta di Soemi Amadardo, l’ottimo vino, la birra San Gabriel, tutto molto buono. L’ambiente, carico di storia, ha fatto dimenticare i problemi arrecati al gioco dai green in sofferenza per la pessima stagione vissuta. Sono stati tanti i premi, festosamente assegnati.

La tappa del trofeo non avrebbe potuto essere tanto frizzante e ricca di premi, senza il contributo dell’azienda di forniture tecniche Baggio e delle distillerie Castagner, soci del Circolo “il Bosco”. La giornata è stata radiosa, con ottima temperatura, quella giusta per il gioco del Golf. Le partenze sono state doppie, dalla uno e dalla 10, per far sì che la chiusura della Gara fosse più omogenea, e lasciare un maggiore spazio conviviale.

È stato poi bello vedere tutte queste persone arrivate qui da diverse direzioni, allegramente affratellate, tutti ad applaudire i vincitori, e a condividere le bramate pietanze.

Tavoli disposti gioiosamente accanto alle piscine, in quella forma di ristorazione maggiormente gradita al golfista, che a fine gara sente irruente l’appetito: un ricco buffet di affettati e verdura che tranquillizza un po’ la fame, seguito da due primi piatti (risotto con porcini e pasta pasticciata), il tutto a sazietà e annaffiato da eccellenti vini, un ottimo dessert.

Vera, sana allegria!

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