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Bepi Sbaiz: una vita a colori

di T. V.

Nato dalla bassa Friulana nel 1929 fin da piccolo ha cominciato a giocare con i pennelli coprendo di figure i muri del granaio di casa. Giunto a Treiso negli anni ‘50 si è subito messo in luce partecipando nel 1958 ad una mostra regionale allestita nel Palazzo dei 300 e poi a numerose ex tempore e collettive di professionisti.

Nel settembre 1961 ad una ex tempore a Vittorio Veneto un suo acquerello è stato acquistato dalla Provincia di Treviso.

Nel 1963 è presente alla Galleria “Riviera” a Treviso e nel 1965 ha partecipato ad una collettiva alla Galleria Di Barbara con Darzino, Storel, Righetti e Sini.

Nel settembre 1969 ha ottenuto un riconoscimento ad una ex tempore a Cordignano. Risale al 1979 la prima personale alla Galleria Borgo che ha riscosso notevole successo.

Negli anni 2000-2004-2007 ha tenuto mostre personali alla Galleria del Libraio di Celio Perazzetta a Treviso. Nel 2011 ha allestito una mostra antologica “60 anni di pittura” al Museo Cà da Noal di Treviso.

Negli anni 2013-2014-2015 ha allestito 3 mostre in via Aleardi a Treviso e nel 2017 l’ultima mostra antologica presso lISRAA di Treviso.

Nella presentazione alla mostra antologica di Cà da Noal di lui ha scritto il Prof. Giancarlo Zaramella (Docente alla Scuola d’arte di Venezia) “ E’ risaputo che Bepi ha una personalità plurima: ama suonare l’organo, ama praticare lo sport, non da meno credo ami la sua professione primaria : l’avvocatura, ma la scheggia di DNA più incisiva che l’ha illuminato e pervaso - sulla Via di Damasco - è decisamente la pittura.

La pittura infatti sembra essere l’antidoto alle vicende della vita dalle quali - conoscendo il suo aplomb - mai si è fatto scalfire o comunque ha saputo attutirne l’impatto. Ho avuto il privilegio di vedere in anteprima l’opera omnia di Bepi Sbaiz.

Centinaia di quadri che fanno parte della mostra antologica...

Devo dire che l’opera di di Bepi non mi è nuova ovviamente considerato che ci conosciamo da 60 anni, ma vista nella sua interezza mi ha lasciato piacevolmente stupito per la coerenza formale e per l spessore qualitativo dei temi proposti.

La Rassegna è cadenzata dal metronomo di un pensiero armonico che tale rimane anche se i vari periodi, le motivazioni e le tecniche adottate.

Mentre i paesaggi montani sono strutturati con una solida architettonica pari alle identità volumetriche del sito, quelli marini vivono di grandi respiri spaziali, in particolar modo quelli aquerellati, dotati di una luminosità di trasparenze e solarità tali da percepirne i profumi, la ventilazione, il salso sulla pelle, ovvero la poetica che ne caratterizza il clima sensitivo del vissuto visivamente trasmesso.

Il colore gode sempre di una primarietà emozionale tanto che in certe opere rasenta il linguaggio fauves.

Altre opere invece vivono di visualizzazioni e sonorità timbriche di indole espressionista, compiacendosi - a ragione - di raffinati tratti di grafia giocosa sulla vegetazione. Non va dimenticato una serie di grandi disegni sul tema “i nodosi alberi di ulivo” il cui segno è così incisivo ed inquietante da divenirne autentico patos. Ammirati per lodevole impianto e caratterizzazione i ritratti e gli autoritratti.

Sbaiz ha dipinto tutta la vita sublimando ogni sua emozione visiva in messaggi lirico - poetici”.

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