Salta al contenuto principale
loading

Olio “Veneto DOP”: messaggero di qualità nel mondo

di P. P.

OLIO ‘VENETO DOP’ MESSAGGERO DI QUALITA’ DEL MADE IN ITALY-VENETO.

E’ considerato il ‘cucciolo’ dell’olivicoltura e dell’oleicoltura veneta. Ultimo nato alla certificazione comunitaria (Dop, 2001) di una tradizione storica che affonda le proprie radici ai tempi dell’occupazione dei romani, il cui più illustre rappresentante fu il poeta Gaio Valerio Catullo il quale nei giardini della propria villa a Sirmione allevò numerosissime piante di olivo.

E’ comunque accertato che tracce storicamente rilevanti della presenza e della relativa attività di coltivazione di questa pianta si collocano nell’’alto Medioevo, periodo, storicamente accertato, in cui prese forma e sostanza non solo l’attività di coltivazione di questa pianta quanto quella di produzione di olio. Attività favorita dalla buona esposizione e dalla protezione di questa coltura dalle correnti fredde, condizione che ne ha favorito la diffusione in Valpolicella e nelle vicine valli veronesi, e quindi sulle colline vicentine fino a Pove del Grappa e su quelle asolane, fino alle pendici dei Colli Berici ed Euganei.

Aree che rappresentano oggi le sottozone certificate della produzione di olio extra vergine di oliva ‘Veneto Dop’ la cui caratteristica primaria, simile a quella che in Italia presiede alla produzione olearia di qualità, è la tradizionale spremitura a freddo di frutti sani, selezionati e raccolti a mano con l’utilizzo di pettini o rastrelli direttamente dalla pianta.

Dalla raccolta alla molitura, la miriade di piccole, addirittura talune piccolissime, medie e grandi aziende che popolano l’area di questo eccezionale rappresentante dell’oleicoltura nazionale, passano solo poche ore, in modo che il prodotto non subisca alcun tipo di alterazione esterna.

La molitura avviene con sistemi di estrazione tradizionali (a presse o continuo) atti a non modificare le caratteristiche organolettiche delle olive raccolte e del prodotto finale.

Le caratteristiche qualitative dell’olio, infatti, derivano, oltre che dalla tipicità dei frutti, dall’attenzione ad ogni piccolo particolare nella sua lavorazione, poiché se la natura lo premia per il clima favorevole e la buona composizione del terreno, è la cura dell’uomo a renderlo speciale.

L’insieme di questi fattori conferisce al prodotto spiccate caratteristiche chimico-sensoriali, che si apprezzano appieno sia nel consumo a crudo, sia nel caso di uso a caldo, grazie a un’elevata resistenza alle alte temperature, qualità che consente il mantenimento dei sapori in tutte le forme di cottura.

L’olio extra vergine di oliva Veneto “Valpolicella” Dop, con olivaggi a base di Grignano o Favarol, ha colore giallo con lieve tonalità di verde, un odore di fruttato leggero e un sapore pure fruttato, con lieve sensazione di amaro e retrogusto muschiato.

Si produce nella zona che si estende sulla parte destra dell’Adige e comprende le terre vinicole del Recioto e dell’Amarone, a partire dai comuni della zona classica, per poi allargarsi alla zona di produzione del Bianco di Soave.

Il Veneto “Euganei e Berici” Dop, ottenuto da olivaggi a base, prevalente, di Leccino e Rasara, presenta un colore verde-oro, da intenso a marcato, un fruttato di gradevolissima intensità e un sapore con leggera sensazione di amaro.

Le zone di produzione si concentrano sui Colli Berici, nel basso Vicentino, in terreni di natura calcarea, mentre per i Colli Euganei, nel padovano, sono di natura vulcanica.

Il Veneto “del Grappa” Dop, risultato soprattutto delle varietà dei frutti di Frantoio e Leccino , è verde-oro con modeste variazioni del giallo, si propone con un fruttato di varia intensità e, al gusto. si avverte una gradevole sensazione di amaro. Viene prodotto nella fascia collinare pedemontana delle province di Vicenza e Treviso, seguendo le vigne del Torcolato di Breganze, dei vini di Asolo e del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sulla sinistra Piave.

Un territorio vario, in possesso delle caratteristiche pedo-climatiche idonee alla realizzazione di un prodotto d’eccellenza qualitativa che, grazie all’impegno dei produttori sta “calcando” i più interessanti palcoscenici mondiali del consumo di olio italiano di qualità.

Con un marketing originale, infatti, molte aziende che fregiano la propria produzione olearia con il simbolo della Dop si stanno imponendo, anche in esclusiva, su alcuni importanti aree di mercato, alcune impensate, come Dubai, dove l’olio extra vergine d’oliva ‘Veneto Dop’ troneggia in uno dei più frequentati ristoranti, e di Abu Dabi, dove ha varcato la soglia del palazzo reale, altre più tradizionali rappresentate da: Stati Uniti, soprattutto New York e stato della Florida, Giappone, Norvegia, Francia, Germania, Austria, Nuova Zelanda, Russia, Croazia (nonostante si stia affermano come area di produzione di oli di qualità), Gran Bretagna, oltre ad una interessante serie di aperture che si stanno manifestando fra i consumatori cinesi e della Thailandia.

Un ventaglio di mercati che stanno premiando l’impegno di imprenditori che articolando il proprio impegno promozionale accomunando la genuinità e la qualità del prodotto olio ai valori paesaggistici, ambientali, panoramici e storico-culturali del territorio. Un mix che ha contribuito non poco a veicolare la conoscenza di un prodotto che, oggi, supera di sovente nelle quotazione dei mercuriali l’altra interessante ‘gemma’ della produzione olearia veneta e veronese (Garda Dop).

Una connotazione identitaria che accomuna le 2940 aziende, di cui circa 750 possono fregiare il proprio prodotto del marchio Dop, che gestiscono, al presente, le 165 mila piante certificate, danno lavoro agli oltre 31 frantoi, di cui ben 23 riconosciuti Dop dal Csqa, per un totale di più di 600 quintali di oli a marchio Dop da parte delle 381 imprese che aderiscono al relativo Consorzio di Tutela.

Un cosmo imprenditoriale di grande dinamicità che non si sta accontentando dei pregevoli risultati raggiunti sia a livello di remuneratività del prodotto finale, non sempre, tuttavia, in grado di compensare i costi di gestione ma pur sempre stimolanti a proseguire nell’impegno a ricercare i più gratificanti standard qualitativi nella cura dell’oliveto e nella realizzazione del prodotto.

Sotto questo profilo il Con-sorzio, con il supporto dell’Associazione (l’Aipo) che riunisce tutte le realtà imprenditoriali dell’area Triveneta, della Lombardia e del Piemonte, è quotidianamente impegnato nell’attività di informazione e aggiornamento degli imprenditori che operano nella qualificazione internazionale di questo prodotto che sta contribuendo alla universalizzazione di un olio che è entrato, senza raccomandazione alcuna, nell’empireo dell’oleicoltura mondiale.

“Per noi il traguardo a cui tendere – sottolinea il presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extra vergine ‘Veneto Dop’ nonché presidente nazionale della Federdop Olio, Daniele Salvagno – è sempre il ‘prossimo’. In tale ottica sviluppiamo una intensa attività, anche di tipo promozionale, a diretto contatto coni programmi della Camera di Commercio di Verona, con l’Amministrazione regionale, con alcuni dei più importanti centri di ricerca universitari italiani ed esteri, nonché con alcune delle più affermate realtà fieristiche, a partire dalla Fiera di Verona organizzatrice storica del Sol (salone dell’olivicoltura e dell’oleicoltura internazionali) per affermare i valori della solida cultura imprenditoriale e tecnica che caratterizzano le aziende aderenti al sodalizio che mi onoro di presiedere. Non meno importante, sotto questo profilo, risulta l’impegno nella formulazione di progetti con finanziamenti comunitari e nella realizzazione, ormai da 4 lustri, del Palio dell’Olio Novello che, lo scorso anno a sottolineare il prestigioso traguardo di longevità raggiunto abbiamo voluto aprire alla partecipazione di tutte le diverse realtà olearie italiane, consentendo un articolato confronto qualitativo dei prodotti in concorso rappresenta uno stimolo fondamentale nella crescita delle imprese verso livelli di ulteriore miglioramento della qualità del proprio olio”.

“In quest’ottica – conclude Daniele Salvagno – consideriamo i traguardi raggiunti solo un punto di partenza e non di arrivo nell’azione di stimolo delle imprese operanti su un territorio non solo contribuendo all’abbellimento o all’ingentilimento del paesaggio, quanto alla valorizzazione, soprattutto economica e remunerativa del nostro impegno. Che siamo sulla strada giusta ne abbiamo avuta conferma in occasione della recente edizione di Anuga, a Colonia, dove il ‘Vneeto Dop’ ha riscosso attenzioni e consensi inimmaginabili”e raggiunto quotazioni interessanti.

q

Vuoi ricevere la rivista Taste Vin?

Scrivici