Vespaiolo e Torcolato grandi vini del territorio
di Nino d'Antonio
Direi che s’intrecciano e si legit-
timano a vicenda, le storie del Consorzio Tutela di Breganze con quelle della Cantina Sociale che rimane l’asse portante di quest’accoppiata, senza la quale il Consorzio non sarebbe mai nato. Così, le due realtà, vanno viste in un rapporto di reciproca dipendenza che, pur nella diversità dei ruoli e degli obiettivi, ruota tutto intorno ai circa seicento ettari di vigneti.
E qui il diverso peso dei due organismi si fa più evidente, perché cinquecento ettari sono riconducibili alla Cantina Sociale Beato Bartolomeo, mentre i rimanenti cento vanno divisi fra i quindici soci del Consorzio.
Un divario più che comprensibile, se si tiene conto che la Cantina è nata nel 1950, grazie all’iniziativa di quattordici soci fondatori.
Insomma, una lunga storia all’insegna del Vespaiolo, che qui ha da sempre la sua patria d’origine. Il Consorzio nascerà parecchio dopo, nel 1982, e a piccoli passi toccherà il milioneeduecentomila bottiglie. Un traguardo largamente superato dalla produzione della Cantina (tre milioni e mezzo di bottiglie), per giunta forte di oltre ottocentomila bottiglia di Doc Breganze.
E qui va chiarito che il riconoscimento della Doc include ben sedici tipologie di uve, fra le quali spicca il Vespaiolo, antico e autentico vitigno radicato da sempre sul territorio. Si tratta di un’uva, che se raccolta col dovuto anticipo, può fare da base a Spumanti, realizzati sia con Metodo Classico che Charmat.
Sempre il Vespaiolo, nella sua fase ottimale di maturazione, dà inoltre origine a quei vini fermi, ormai ben accreditati presso i consumatori più esigenti. Ma non è finita. Perché un’ulteriore selezione delle migliori uve in appassimento, dà vita – dopo quattro mesi – al celebre Torcolato, che è il Passito simbolo del territorio e dei suoi trascorsi.
E’ evidente che il Vespaiolo qui tiene cattedra. E che si pone come l’espressione più tipica della viticoltura locale. Per cui pensare al territorio di Breganze, nel…
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