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Fior d'Arancio DOCG: eccellenza enologica

di A.T.

La presenza storica nei Colli Euganei di popolazioni addette alla coltura della vite ha lentamente plasmato il paesaggio collinare. Terrazzamenti riconducibili alla viticoltura eroica si alternano a filari adagiati su declivi più dolci; come i suoli di matrice vulcanica si alternano a quelli marini. Un comprensorio di 19.000 ettari in perfetto equilibrio, dove il vigneto convive con l’ulivo, il bosco e le essenze dei prati nativi.

Climi e microclimi si susseguono, e basta spostarsi di poco per passare da una flora subalpina a quella mediterranea, con la ginestra e il fico d’india nano. Ed è proprio in questa terra particolare dalle forme uniche, riconducibili chiaramente all’origine vulcanica, che i mercanti veneziani portano e fanno mettere a dimora le prime viti di moscato. Originario della Siria, il moscato giallo arriva sugli euganei per mare e qui sceglie di restare.

Inserito nella Doc nel ’94, il Fior d’Arancio ottiene il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 2010. Il disciplinare prevede che sia prodotto col vitigno Moscato giallo per un minimo del 95% e per il restante 5% con uve aromatiche della provincia. Tre sono le interpretazioni previste dal disciplinare, il classico spumante, il tranquillo vinificato per lo più in versione secca e il passito. Tre mondi diversi accomunati da freschezza e mineralità, dove le note mediterranee esplodono di volta in volta in sentori diversi. Assodati gli abbinamenti di scuola con i prodotti di pasticceria che rimangono il luogo di elezione per le versioni dolci, l’evoluzione di questo vino verso un equilibrio e un’eleganza sorprendenti aprono a nuove frontiere del gusto. Intrigante si è infatti rivelato l’accostamento dello spumante al pesce crudo, dove la dolcezza e la mineralità del vino sposano la delicata sapidità marina. Ancor più sorprendente è stata la prova del passito con le ostriche. Tutte e tre le versioni si confermano da un lato vini gastronomici, dall’altro…

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