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Come, dove e quando

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I RAMI DAL CIN A PALAZZO MOCENIGO

 

Venezia è nel clima del festeggiamento per i cinquecento anni dalla nascita del suo genio Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1519-1594). Palazzo Mocenigo, intende fargli omaggio con una mostra di oggetti che erano in uso all’epoca, accanto a dipinti dei grandi del Cinquecento che hanno dato ispirazione al genio. Florio Dal Cin, figlio del noto antiquario e attento custode della collezione di rami e di antiche stoffe, è stato invitato a esporre la sua collezione. Palazzo Mocenigo è casa patrizia, dimora della nobile famiglia veneziana tra le più insigni della città, che annovera sette dogi, e che ha dato il nome anche alla lira veneziana del tempo di Tintoretto. Qui opera il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, e con questa esposizione si è inteso far rivivere alcuni aspetti della quotidianità dei veneziani di quel tempo. Hanno terminato la loro funzione questi manufatti, preziosi nelle famiglie fino a buona parte del secolo scorso. La loro presenza nelle odierne abitazioni, è ornamento (acquamanili, bacili, bracieri, lanterne, piatti, scaldamani, scaldapiedi, scolatoi, secchi e secchielli, stampi, e stemmi). Essi continuano a dare calore, non senza un po’ di nostalgia.

La curatrice della mostra, dr.ssa Chiara Squarcina, con felice intuizione ha saputo mettere in evidenza i bellissimi oggetti, rami di nobile fattura veneziana, accanto a preziosi abiti rinascimentali confezionati con velluti, damaschi e broccati. La sensazione dell’insieme è di tuffarsi nella Venezia del Cinquecento.

Una mostra che val la pena visitare; della collezione Dal Cin c’è il catalogo dedicato, edito dalla Fondazione Musei Civici di Venezia. Rimarrà aperta fino al 6 gennaio.

ITALIA PRIMO PRODUTTORE AL MONDO CON 49,5 MILIONI DI ETTOLITRI, DAVANTI A SPAGNA E FRANCIA

 

La Commissione Europea ha diffuso le stime sulla produzione di vino e mosti 2018, che confermano le previsioni vendemmiali dell’osservatorio del Vino di UIV-ISMEA, presentate al MIPAAFT ai primi di settembre, da cui emerge che l’Italia sarà il primo produttore in quantità con 49,5 milioni di ettolitri, facendo registrare un +16% sul 2017, davanti a Spagna (47) e Francia (46).

“Constatiamo con piacere che i dati forniti dalla Commissione Europea sono allineati a quelli diffusi dall’Osservatorio del Vino – commenta Paolo Castelletti. Una conferma della validità del metodo di lavoro ormai consolidato che abbiamo messo a punto con l’ISMEA per fornire al mondo vitivinicolo italiano dati affidabili su cui basare pianificazioni e strategie. Ovviamente si tratta di stime, i cui dati dovranno essere confermati dalle dichiarazioni di produzione”.

“A fronte di questi dati – sottolinea ancora Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini – è doverosa una riflessione sull’andamento dei prezzi. Per quanto sia stata generosa questa vendemmia, infatti, denunciamo una riduzione delle quotazioni dei vini all’origine assolutamente ingiustificate e che sembrerebbero frutto di logiche speculative, assolutamente dannose per il settore”.

Infatti, conclude il segretario generale di UIV, “a fronte di una vendemmia leggermente superiore rispetto alla media degli ultimi anni, controbilanciata, però, da un dato sulle giacenze al 1 agosto inferiore del 10% rispetto al 2017, la disponibilità complessiva del prodotto non giustifica le tensioni al ribasso dei prezzi dei vini che stiamo rilevando sui mercati”.

 

VINO: MASI SI AGGIUDICA IL PREMIO DELLE CAPITALI MONDIALI DEL VINO

“BEST OF WINE TOURISM” 2018

 

Masi Agricola, azienda vitivinicola radicata in Valpolicella Classica e uno dei produttori di vini pregiati più conosciuti a livello mondiale, presente in oltre 120 Paesi, si è aggiudicata per il secondo anno consecutivo il premio “Best of Wine Tourism” 2018, quest’anno nella categoria “Esperienze innovative nell’Enoturismo”. Masi, guidata dal Presidente Sandro Boscaini, a cui sarà consegnato il riconoscimento il 29 giugno, a conclusione dell’evento “Verona Wine Days”, organizzato dalla Camera di Commercio di Verona, è stata premiata per la Masi Wine Experience, l’ambizioso progetto che la maison veronese ha fortemente voluto con l’intento di valorizzare il mondo del vino, il suo territorio e il patrimonio economico e culturale. In particolare, il riconoscimento rende omaggio all’innovativo Masi Wine Discovery Museum, presso Tenuta Canova a Lazise del Garda, un vero e proprio museo “esperienziale” del vino, che fa parte di uno straordinario percorso sensoriale in cui la visita si accompagna alla scoperta dei vigneti, del fruttaio e della cucina di territorio, nel giusto abbinamento con il vino.

Le motivazioni della giuria per l’assegnazione del Premio sono state: “Per aver realizzato all’interno del circuito della Masi Wine Experience una nuova esperienza interattiva nel Museo del vino di Tenuta Canova, arricchendo ulteriormente l’offerta sul territorio veronese e confermando l’impegno nella divulgazione della cultura del vino italiano Il Masi Wine Discovery Museum è un’esperienza dedicata al mondo del vino con un percorso multimediale e polisensoriale, ricca di valori didattici ed emozionali dove vino e cibo narrano l’arte antica del “saper fare qualità”.

Con questo Premio, Masi si riconferma protagonista del network mondiale delle “Great Wine Capitals” e rappresenterà Verona alla finale del concorso internazionale dedicato alle eccellenze turistiche “Best of Wine Tourism” concorrendo con altre otto capitali del vino, Adelaide-South Australia, Bilbao-Rioja, Bordeaux, Mainz-Rheinhessen, Mendoza (regione in cui Masi è presente con la tenuta di Tupungato), Porto, San Francisco-Napa Valley e Valparaíso-Casablanca Valley.

Boscaini ha così commentato: “Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che avvalora ulteriormente l’impegno di Masi a livello internazionale, riconfermandola come rappresentante di Verona tra le capitali mondiali dell’enoturismo, veri e propri colossi. La Masi Wine Experience è un progetto strategico di crescita, in continuo divenire e siamo onorati che la Camera di Commercio lo abbia considerato nuovamente degno di questo premio, che valorizza le regioni vinicole mondiali di prestigio. Apprezziamo in particolare il merito attribuito al nostro Masi Wine Discovery Museum, che abbiamo fortem ente voluto: un percorso tra storia ed emozione, dove Cultura, Metodo e Multimedialità si fondono, regalando ai visitatori un’esperienza unica”.

 

 

50^ BARCOLANA 2018

GRANDE SUCCESSO DEL CONSORZIO DEL PROSECCO DOC

 

Grande successo per il Consorzio del Prosecco Doc alla 50^ edizione della Barcolana, la regata più grande del mondo. A Trieste Ancilla Domini - PROSECCO DOC si è aggiudicata l’8^ posto assoluto, gareggiando tra le oltre 2mila e 600 imbarcazioni iscritte. Una presenza quella del Consorzio quest’anno ancor più motivata dal concept fortemente improntato alla sostenibilità ambientale.

Condotta dallo skipper Stefano Cherin, triestino doc, “Ancilla Domini” dell’armatore Andrea Illy ha ospitato a bordo Michele Sala, sindaco di Milano, Arcangelo Francesco Montalvo amministratore delegato di Despar, i giornalisti Anna Scafuri del Tg1, Roberto Arditi, Adua Villa e Giuseppe Cordioli.

Il Presidente del Consorzio del Prosecco Stefano Zanette, appena conclusa la regata, dichiara: “Barcolana è una grande festa della terra e del mare a cui ogni anno il Consorzio del Prosecco partecipa con grande soddisfazione. E’ stata una competizione particolarmente emozionante. Siamo infatti orgogliosi di questo 8^ posto assoluto tra tanti giganti della vela, conquistato grazie all’impegno di un equipaggio tutto nuovo e molto giovane, condotto da Stefano Cherin. Fa sempre molto piacere constatare l’accoglienza che il pubblico riserva alla nostra imbarcazione – sottolinea Zanette - tanti sorrisi e applausi spontanei. Grazie a tutte le persone che tifano per la nostra imbarcazione e ci dicono: siete la nostra barca”.

Esperienza tutta nuova per l’altra imbarcazione brandizzata PROSECCO DOC Selene di Massimo de Campo che si conferma campionessa di umanità. Lo Swan 42, già vincitore del 66^ Rolex Giraglia 2018, anche quest’anno aderisce al progetto International Fellowhsip of Rotarians e ospita due velisti diversamente abili. Si tratta dell’italiano Davide di Maria, di ritorno dai mondiali di vela paralimpici sul Lago Michigan (Usa) e la velista inglese Kirsten Pollok con alle spalle una traversata oceanica in solitaria.

La regata di Selene quest’anno si è caratterizzata anche per un’altra importante novità. Lo storico equipaggio composto da Gabriele Benussi e Max Bussani, Tita Ballico e Alberto Leghista, quest’anno rispettivamente a bordo di Spirit of Portopiccolo (vincitore dell’edizione di quest’anno) e Any Way, hanno passato il testimone a quattro velisti ventenni dello Yatch Club di Lignano: Gaia e Allegra de Martin, Alberto Cassandro e Michele Meotto.

Nei giorni di Barcolana 2018 Prosecco Doc è stato protagonista con un corner dedicato, al Salone degli Incanti, cuore pulsante della manifestazione dove si sono tenuti tanti eventi culturali e glamour, insieme a tante degustazioni guidate di un prodotto che proprio a Trieste affonda le sue radici storiche.

IL CHIARETTO CHE VERRÀ:

A BARDOLINO SI SCOPRE UN INEDITO ROSÈ

 

Lunedì 10 dicembre dalle 14.30 alle 19.30 appuntamento a La Loggia Rambaldi per degustare il Chiaretto di Bardolino prima dell’imbottigliamento

Una giornata per scoprire un’insolita versione del Chiaretto di Bardolino. Lunedì 10 dicembre 2018 dalle 14.30 alle 19.30 il ristorante La Loggia Rambaldi di Bardolino ospiterà la prima edizione de Il Chiaretto che verrà, degustazione organizzata dal Consorzio Tutela del Chiaretto e del Bardolino per presentare il rosé in vasca, prima dell’imbottigliamento.

“Da alcuni anni – spiega Franco Cristoforetti, Presidente del Consorzio Tutela del Chiaretto e del Bardolino – siamo impegnati nel comunicare la longevità del Chiaretto di Bardolino attraverso degustazioni verticali che ne hanno dimostrato l’eccellente tenuta nel tempo. Crediamo tuttavia che vi sia un altro aspetto di grande fascino, ed è lo stato evolutivo del Chiaretto nei primi mesi dopo la fermentazione, quando il vino è ancora torbido e le note primarie di pompelmo rosa e albicocca sono molto intense. L’annata 2018 si preannuncia molto buona: abbiamo avuto una vendemmia equilibrata, capace di darci una gamma di profumi particolarmente intensa”.

La prima edizione dell’evento Il Chiaretto che verrà vedrà la partecipazione di circa quaranta cantine consortili e sarà l’occasione per verificare insieme ai produttori se l’annata ha rispettato le aspettative, oltre che una giornata in cui pubblico e operatori potranno conoscere una versione inedita del Chiaretto di Bardolino, che finora solo pochi fortunati hanno avuto l’occasione di degustare. Insieme con il nuovo Chiaretto del 2018 le aziende porteranno in degustazione anche il Chiaretto del 2017.

Il banco d’assaggio si inserisce in un fine settimana di celebrazioni per il Consorzio, che da sabato 8 a lunedì 10 dicembre festeggia il cinquantesimo anniversario della fondazione e che domenica 9 dicembre alle 17.30 inaugura a Bardolino la nuova sede di Villa Carrara Bottagisio.

Durante tutto il pomeriggio di lunedì 10 dicembre il ristorante La Loggia Rambaldi si trasformerà in un banco d’assaggio con degustazioni libere dei rosati del Consorzio e specialità gastronomiche gardesane. Il costo del calice per le degustazioni è di € 10 per l’intero e di € 5 per il ridotto, riservato ai soci delle associazioni di settore con tessera valida (Slow Food, Ais, Onav, Fisar, Fis, Scuola europea Sommelier).

L’ingresso è libero per i residenti nel Comune di Bardolino e per operatori di settore (ristoranti, enoteche, distribuzioni, gastronomie, hotel).

 

 

CANTNA ANDRIANO: IL GLORIOSO RITORNO DELLA “GRANDE DAME”

 

Lo Chardonnay è uno dei protagonisti indiscussi nel panorama vinicolo, una varietà che riesce ad adattarsi quasi in ogni luogo ma in alcuni territori riesce ad esprimere al meglio la sua essenza, come ad esempio in Borgogna o nell’altoatesina Val d’Adige. Lo Chardonnay Doran 2016 è la prova tangibile di questa incredibile capacità espressiva: un vero e proprio omaggio alla “Grande Dame” delle varietà.

Il piccolo paesino di Chardonnay, nome che in italiano significa “luogo dai molti cardi”, si trova nel mezzo della Borgogna e si presume sia anche il luogo di origine dell’omonima varietà di uva, nata dall’idea di alcuni monaci di creare un incrocio tra il Pinot Noir e il Gouais Blanc. A partire dagli anni ’80 lo Chardonnay ha vissuto un calo per un breve periodo, a causa della produzione di massa dei profumatissimi “Oaked Chardonnay” ma nel corso degli anni la varietà ha riconquistato il suo prestigio e ad oggi si presenta più eclettico che mai. Gli Chardonnay più rinomati ancora oggi provengono dalle zone della Côte-d’Or e dello Chablis, in Borgogna.

Oltre ai templi francesi dello Chardonnay esistono anche altre zone dove la coltivazione della varietà risulta estremamente interessante: in Alto Adige, ad esempio, lo Chardonnay trova le condizioni ideali per esprimersi al meglio e Andriano, nel cuore dell’altoatesina Val d’Adige, ne è la prova tangibile. “Sono le ottime basi a creare un grande terreno. Attraverso i sommovimenti del suolo, il porfido quarzifero dei complessi montuosi della zona di Bolzano si è amalgamato progressivamente con la dolomia e la pietra calcarea del vicino gruppo della Mendola. Ne è derivato un cono di deiezione ricco di argilla calcarea e di dolomia: il terreno ideale per vini straordinari”, spiega Rudi Kofler, enologo di Cantina Andriano. “A questo bisogna inoltre aggiungere un altro fattore chiave: il clima. I vigneti ricevono molto sole nella prima parte della giornata, mentre nel pomeriggio i raggi del sole sono più deboli. La freschezza è assicurata grazie all’escursione termica tra il giorno e la notte”, continua Kofler.

Doran, il nuovo bianco fiore all’occhiello di Andriano

Queste particolari caratteristiche del territorio di Andriano hanno convinto la Cantina a produrre per la prima volta un vino bianco di punta: lo Chardonnay Doran 2016. Un vino che, insieme ai rossi Tor di Lupo, Gant e Anrar va a completare la rosa delle Selezioni di Cantina Andriano. “Le uve utilizzate per la produzione di Doran crescono su un terreno calcareo ad un’altitudine tra i 300 e i 450 metri. La maturazione avviene per un anno in tonneaux di rovere di media tostatura, una parte di primo passaggio e una parte di secondo passaggio. L’uso del legno è discreto e delicato e allo stesso tempo il vino mantiene una spiccata acidità e un aroma interessante di frutta esotica”, conclude Kofler.

 

 

LA LATTERIA PERENZIN TRIONFA AL WORLD CHEESE AWARDS

 

Al World Cheese Awards 2018, l’oscar dei formaggi, il Bufala ubriacato al Glera della Latteria Perenzin è tra i migliori formaggi al mondo. A pochi giorni dalla vittoria all’Italian Cheese Awards 2018 che ha assegnato, per il 2° anno consecutivo, il primo premio al “Capra al traminer” come aromatizzato più buono d’Italia, la storica latteria di Bagnolo di San Pietro di Feletto (TV) incassa un altro prestigioso riconoscimento dall’importante valore simbolico per il forte legame con il territorio. Il Bufala, infatti, viene ubriacato nelle vinacce di uva Glera, il vitigno con cui a San Pietro di Feletto e nelle colline di Conegliano Valdobbiadene si produce il Prosecco Superiore, lo spumante più famoso al mondo. Il formaggio ubriacato, inoltre, è un prodotto tipico della Provincia di Treviso.

Nasce dall’usanza, nei secoli scorsi, di nascondere il formaggio nella vinaccia in fermentazione per proteggerlo dalle razzie dei soldati durante le guerre o dal padrone della terra quando veniva a rivendicare la sua parte di prodotti.

Dal colore marrone chiaro, pasta bianca, compatta, semidura e cremosa, il Bufala al Glera si caratterizza per il suo profumo intenso e fruttato, dato dalla vinaccia Glera, un sapore piacevole, sapido, persistente e prolungato, con un leggerissimo retrogusto di bufala.

«Sono molto felice di questo nuovo e importante successo - ha dichiarato la titolare Emanuela Perenzin -.

Voglio ringraziare tutto lo staff della Latteria Perenzin, da Luca Longo il nostro casaro, a Matteo Piccoli responsabile delle ubriacature, ma questo premio lo voglio dedicare a tutti noi dal primo all’ultimo, è il risultato di un grande lavoro di squadra».

Solo 13 italiani su 78 hanno conquistato il Super Gold alla 31esima edizione del World Cheese Awards 2018, il più grande concorso al mondo dedicato ai formaggi, che si è svolto nei giorni scorsi a Bergen in Norvegia. Ben 3.500 formaggi in gara, provenienti da ogni angolo del globo, sono stati giudicati da una giuria internazionale composta da 230 esperti giunti da 29 nazioni diverse.

 

 

MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA TRENTO DOC

A SIMONE LOGUERCIO

 

È Simone Loguercio il vincitore dell’edizione 2018 del concorso “Miglior Sommelier d’Italia Premio Trentodoc”, la cui finale si è svolta ieri, sabato 3 ottobre, a Merano.

Con in tasca già il titolo di Miglior Sommelier della Toscana 2018, Simone Loguercio, sommelier del ristorante Konnubio a Firenze e sommelier della Delegazione di Firenze dell’Associazione Italiana Sommelier, si è conteso la finale con altri tre sommelier toscani: il pistoiese Valentino Tesi, secondo posto, il livornese Massimo Tortora, terzo posto ed il lucchese Simone Vergamini, terzo posto ex aequo.

Loguercio, che da quasi un anno è il sommelier del ristorante e spazio eventi in via dei Conti a Firenze, a casa di premi ne aveva già portati molti: migliore sommelier della Toscana nel 2018, nel 2018 Migliore Sommelier del Sagrantino, nel 2017 secondo Migliore Sommelier della Toscana e sempre nel 2017 Migliore Sommelier del Lambrusco e Migliore Sommelier dell’Albana, oggi è ritenuto il sommelier migliore di tutta Italia.

Simone, campano di origini ed a Firenze dal 2000, conta su di una lunga esperienza in diversi bar di tendenza della città ed in ristoranti di alto livello, che hanno accresciuto le sue conoscenze e la sua sete di nuovo. La passione nei confronti del vino si è accesa in lui soltanto qualche anno fa ma le soddisfazioni, visti i traguardi già raggiunti, sono già tante e più che promettenti.

 

 

CONSORZIO DELLE DOC DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: PROGETTO RIBOLLA GIALLA

 

La Ribolla gialla è il vitigno autoctono regionale che, più di ogni altro, in questi anni, ha visto crescere il suo spazio produttivo e la propria fama. Nell’ultimo decennio, infatti, la superficie di coltivazione a esso dedicata è cresciuto di oltre il 170 per cento, superando i 500 ettari certificati. Ad ammissione di tutti gli addetti ai lavori, però, manca una vera e propria conoscenza dell’uva e delle sue caratteristiche, soprattutto nel caso vengano dedicate al vino da spumantizzazione. Per questo motivo, nel corso del 2017, la Regione Fvg ha finanziato un progetto di ricerca per la caratterizzazione e la valorizzazione delle potenzialità quali-quantitative della Ribolla gialla spumante. L’Università degli Studi di Udine è stata incaricata a condurre le sperimentazioni in collaborazione con il Consorzio delle Doc Fvg, al fine di perseguire gli scopi progettuali e poter trasferire alle aziende vitivinicole i risultati relativi alle metodiche di spumantizzazione e alle tecniche viticolo-enologiche testate.

Durante l’incontro che si svolgerà: mercoledì 31 ottobre, alle ore 17.30, presso la sala Cavalirs di Villa Nachini Cabassi, a Corno di Rosazzo (piazza XXVII maggio, 23), verranno presentati i risultati ottenuti nel primo anno di sperimentazione.

Dopo i saluti del presidente consortile, Adriano Gigante e del direttore del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, Paolo Ceccon, moderati dal giornalista agroalimentare, Adriano Del Fabro, ci saranno gli interventi di: Paolo Sivilotti, dell’Università di Udine (L’ambiente e la tecnica viticola: effetti sulla componente aromatica delle uve, dei vini base e dei vini spumanti di Ribolla gialla), Urska Vrhovsek, dell’Università di Lubiana (La metabolomica come strumento per ottimizzare le scelte agronomiche della Ribolla gialla per la produzione di vino spumante); Piergiorgio Comuzzo, dell’Università di Udine (La tecnica enologica applicata alla Ribolla gialla: uno sguardo alla componente aromatica) e di Franco Battistutta, dell’Università di Udine (Approccio sensoriale alla variabilità dei vini spumanti di Ribolla gialla).

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