Andrea Simone Peruzzo: un mare di reti
di T.V.
“Ricordo un aneddoto di quando ero piccolo, i miei genitori mi avevano regalato un computer giocattolo, uno dei primi. Dopo averci giocato qualche giorno, non aveva più nulla da offrire. Così lo smontai pezzo dopo pezzo, scoprendo al suo interno una meraviglia più tecnologica di quel che era all’esterno. Non riuscii mai a rimontarlo, ero troppo piccolo. Mi ricordo bene anche i rimproveri che presi, ma questi non riuscirono a smorzare quella scintilla di curiosità che sarebbe sfociata in tutti gli altri settori della mia vita”.
Penso si possa legare a questo episodio quel che ha fatto Andrea con le sue opere anni dopo. Un tessuto non è altro che un intreccio di fili, di tanti colori, che vanno a realizzare un qualcosa di diverso. Lavorando nel settore tessile ha capito le caratteristiche, positive e negative di ogni tessuto e manipolandole ha creato la sua arte. Tagli e incisioni fatti in differenti versi creano diverse sfumature su un tessuto, all’apparenza, omogeneo. La tecnica della “stramatura” (così la definisce), gli permette di scegliere ed abbinare diversi tipi di tessuto cercando di coglierne l’effetto finale che avrà l’opera, una volta intelaiata. Essendo sensibile ai temi ambientali, incuriosito dalle tematiche politiche del mondo e affascinato dalla psiche degli individui cerca di trasmettere i suoi valori e idee attraverso questi lavori. Ne è un esempio “Mare- Reti fantasma”, l’opera che l’ha portato ad essere notato tra molti artisti, sicuramente più talentuosi di lui. Chiunque frequenti il mare avrà notato brandelli di rete lungo le spiagge, qui e là, sparsi e nascosti dalla sabbia. Quel che non vediamo però sono i chilometri di rete presenti sotto la superfice dell’acqua, creando danni ben più importanti del turbamento momentaneo alla nostra vista. Quest’opera parla di questo. Il blue del mare intrappolato nella bianca rete. La fotografia, che fin da piccolo ha coltivato, gli ha donato uno sguardo attento alle cose e alle…
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