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Prodotti Italiani contraffatti

di Annibale Toffolo

Affrontiamo l’argomento scottante sugli alimenti italiani più copiati nel mondo. L’enorme risorsa di prodotti agroalimentari italiani è tanto apprezzata nel mondo quanto minacciata dalle frodi alimentari.

Esiste un mercato alternativo di prodotti contraffatti (spacciati per Made in Italy) il cui giro di affari stimato è di 60 miliardi di dollari. Una truffa ai danni delle casse dello Stato e dei consumatori.

Il fenomeno è noto anche come Italian Sounding, strategia utilizzata da molti Paesi esteri.

Quali sono gli alimenti italiani più copiati nel mondo?

Questa truffaldina economia parallela sfrutta le assonanze dei prodotti italiani più famosi (Parmigiano Reggiano, Mozzarella di Bufala, pomodoro San Marzano, ecc.) sottraendo importanti quote di mercato alle aziende italiane, molti dei quali coperti da marchi di prodotto.

All’estero i consumatori pur amando il prodotto nostrano non lo conoscono realmente e vengono ingannati facilmente da scaltri produttori esteri che propongono alimenti contraffatti sfruttando l’appeal dell’enogastronomia italiana. Il fenomeno si chiama italian sounding. Fenomeno che ha lo scopo di far spacciare italiano un prodotto che in realtà non lo è, con l’aiuto di assonanze e similitudini con i prodotti ‘reali’.

L’Italian Sounding sfrutta denominazioni geografiche, marchi e immagini che evocano il Bel Paese commercializzando prodotti che, invece, non hanno nulla a che vedere con i nostri. Questo fenomeno, che danneggia non poco l’economia italiana, risulta essere sempre più dilagante e difficile da contenere.

Cina e Germania sono tra i Paesi più ‘impegnati’ nell’imitare gli alimenti italiani ma anche gli Stati Uniti non scherzano. Sugli scaffali statunitensi si trova di tutto: Parmesan (Parmesao in Brasile), Grana Parrano, San Daniele Ham, Salama Napoli, Asiago Cheese, Chianticella, Cambozola, Zottarella, Romanello, Kressecco.

E, ancora, Regianito (in Argentina), Fontiago (venduto nei Paesi anglosassoni), Jambon de Parme…

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