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Il Lavarello del Garda

di Enzo Gambin

“Abbiamo messo questo salmonide fra le specie avventizie per la sua comparsa relativamente recente.

Esso si trova nel Garda non per diffusione spontanea, come altre specie qui segnate, ma per opera dell’uomo.

La prima semina di 1.050.000 coregoni fu fatta, per cura della Regia Stazione di Piscicoltura di Brescia, nel febbraio del 1918 e nei golfi di Salò e di Desenzano…..

L’avvenire dirà quale posto saprà conquistarsi questo salmonide nella famiglia ittica del Garda.”

Il Lavarello per il Garda non fu subito una risorsa e, questo, per la mancanza di un vero e proprio mercato di questo salmonide, le cui carni non erano particolarmente note al consumatore che era rivolto ad altre specie di pesci.

Le cose cambiarono invece dopo la Seconda guerra mondiale, grazie soprattutto allo sviluppo dell’industria turistica sul Garda il Lavarello iniziò ad essere presente sulle tavole dei ristoranti e, di conseguenza, la sua pesca divenne sempre più redditizia.

Attualmente la pesca di cattura del Lavarello rappresenta circa il 30% del pescato annuo ed è molto apprezzato per la bontà delle carni.

Lavarello (Coregonus lavaretus

(nome dialettale: truta iridea, truta salmonada, truda foresta)

Il lavarello appartiene alla famiglia dei Salmonidae, ha un corpo allungato e compresso lateralmente con scaglie di media grandezza.

La colorazione è argentea, il dorso è scuro ed il ventre è chiaro, con pinne grigio verdastre ed apici nerastri.

Il lavarello si nutre di piccoli crostacei cladoceri, occasionalmente preda anche larve di pesci.

L’accrescimento è molto rapido, al primo misura 22 cm, al secondo 32 cm sino a raggiungere oltre 40 cm al quarto anno.

Il lavarello non è una specie autoctona del Garda, vi fu introdotto nel febbraio del 1918 dalla Reale Stazione di Piscicoltura di Brescia nei golfi di Salò e Desenzano.

Attualmente questa specie ittica è molto abbondante e rappresenta il 30% del catturato annuo, viene pescata con il volantino in estate, con…

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