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Vendemmia 2025: cresce anche la qualità

di A.I.

L’incremento produttivo atteso per questa vendemmia si distribuisce in modo tutt’altro che omogeneo lungo la Penisola. A spingere la crescita è sicuramente il Sud, dove il raccolto registra un balzo a due cifre (+19%) - trainata dalla performance della Puglia (+17%) – grazie alla disponibilità idrica accumulata in primavera che ha consentito ai vigneti delle regioni meridionali di reagire bene alle ondate di caldo di giugno e agosto. Aumenta la produzione, anche se con quantità più contenute, anche il Settentrione, che vede nel Nord Ovest (+8%) la Lombardia in netta ripresa, con un +15% sullo scorso anno ma ancora a -8% rispetto alla produzione media 2020-2024. Risulta complessivamente in aumento anche la produzione dei vigneti del Nord Est (+3%), dove un’estate altalenante è stata preceduta da una primavera abbondantemente piovosa, che ha richiesto una gestione attenta delle fitopatie. In ordine, il Friuli-Venezia Giulia mette a segno l’incremento maggiore (+10%), seguito dal Trentino-Alto Adige (+9%) e Veneto (+2%), con una crescita molto limitata a fronte di un’annata 2024 in linea con la media del quinquennio. Stabile l’Emilia-Romagna, divisa tra gli incrementi della Romagna e i cali, soprattutto nel peso delle uve, in Emilia. Negativo, infine, il segno del Centro (-3%), dove le performance di Umbria (+10%), Marche (+18%) e Lazio (+5%) non riescono a compensare la perdita della Toscana (-13%), fisiologica dopo un 2024 veramente abbondante.

Sul fronte della classifica regionale, con quasi 12 milioni di ettolitri e una quota di un quarto del raccolto made in Italy, il Veneto si conferma la principale regione produttiva italiana, seguita da Puglia e Emilia-Romagna, rispettivamente al 19% e 15%, per un totale complessivo del podio pari al 59% della produzione nazionale. Seguono nella top5 Sicilia e Abruzzo, che fanno scivolare Piemonte e Toscana al sesto e settimo posto della lista.

 

 

La vendemmia in Europa

 

Dopo due annate dominate dalle preoccupazioni metereologiche, torna a timidamente a crescere la produzione di vino anche sul versante europeo (+2,1%). A recuperare solo parzialmente le perdite dello scorso anno è la Francia, che si ristabilisce al secondo posto dopo l’Italia nella classifica dei produttori con una produzione da 37,4 milioni di ettolitri. Scende quindi di un gradino del podio la Spagna, che dovrebbe raccogliere 36,8 milioni di ettolitri. Seguono, a distanza, Germania e Portogallo, con rispettivamente 8,4 e 6,2 milioni di ettolitri.

 

 

Mercato e commercio con l’estero

 

A fare da contraltare a quella che si presenta come un’ottima annata, un quadro di mercato particolarmente complesso, sollecitato da nuovi modelli di consumo che anche il comparto vino sta iniziando ad intercettare.

 

La campagna 2024/2025 si è chiusa con un lieve incremento dei prezzi nel settore vinicolo, con l’Indice Ismea dei prezzi alla produzione che registra un +1% complessivo, evidenziando però dinamiche diverse tra i segmenti: i vini da tavola crescono del 4% grazie ai bianchi, mentre i rossi calano; le Doc-Docg segnano un -2% per effetto dei rossi, con un lieve aumento dei bianchi; mentre le Igt mostrano un +1% equamente distribuito. Facendo un’analisi congiunturale, nei mesi estivi si è osservata una flessione dei listini in attesa della nuova campagna e dell’evoluzione del quadro produttivo internazionale, che incide maggiormente sui vini da tavola, mentre le Doc-Docg seguono dinamiche più autonome. Le giacenze al 31 luglio 2025 risultano stabili rispetto all’anno precedente (dati Cantina Italia). Sul fronte della domanda interna, la GDO mostra una crescita degli acquisti di bollicine, sia in volume che in valore, a fronte di un rallentamento dei vini fermi (dati Ismea/Nielsen IQ).

Per quanto riguarda la domanda estera, dopo un 2024 positivo, i primi cinque mesi del 2025 confermano i valori raggiunti con una lieve riduzione dei volumi (-4%) dovuta al calo delle spedizioni di vini comuni, mentre le Dop registrano un incremento.

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