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Il Ristorante-Pizzeria Da Pino, a Trieste

di Nino D’Antonio

È denso di barche a vela lo specchio d’aqua, oltre la riva di Trieste. Ma sulla strada campeggia a grandi caratteri l’insegna DA PINO. Quella che da circa mezzo secolo identifica una tipologia di pizzerie,fra le piu note del Triveneto. E non solo. Visto che alla pizza (in particolare alla famosa Pizzalonga) si afffianca da sempre una cucina di eccellenza, con piatti che propongono con grande sapienza il meglio della gastronomia mediterranea, nel rispetto della tradizione e degli ingredienti, tutti di assoluta qualità.

Da Pino a Trieste é la piu recente tappa di un circuito che da Treviso si è allargato a Vicenza, Caorle, Jesolo, Mestre, sino a raggiungere quota nove, un vero record, se si tiene conto che tutto questo nasce dall’impegno e dalla genialita di un solo uomo.

Perchè Pino Giordano - le sue radici sono a Tramonti, fra boschi e vigneti alti, sulla Costa d’Amalfi - ha intuito che non era sufficente realizzare delle buone pizze (morbide, leggere, dall’impasto gustoso e cottura perfetta), ma bisognava proporle in unambiente di tono, curato in ogni dettaglio, dall’ architettura degli interni all’arredo, per riscattare quell’etichetta di cibo povero,da consumare in piedi o camminando, che accompagna la pizza fin dalla sua nascita.

Insomma per Pino l’andare in pizzeria non doveva significare niente di diverso dal recarsi in un ristorante di tono per consumare una bella cena. Cosi le sue pizzerie hanno cancellato la vecchia immagine di locali disadorni, fra tavoli e sedie scadenti, posaterie dozzinali, bicchieri di pesante vetro. Spazi insomma per soldati o modesti operai, dove mai avrebbe messo piede un medico o un notaio con relativa signora.

A testimoniare questa scelta ( che nella prima fase ha richiesto non poche capacità d’impresa e conseguenti rischi ), DA PINO può vantare oggi una rete di pizzerie, che non hanno termini di confronto.

L’ultima, sulla riva di Trieste, rappresenta uno splendido esempio. Gli ambienti su due livelli si sviluppano per oltre settecento metri,con archi a volte che superano di frequente i sei metri, spesso sorretti da contrafforti d’epoca, in pietra d’Istria.

Trasformare questi spazi in sale di raffinata eleganza ha richiesto un grosso impegno finanziario e oltre un anno di lavori. Il risultato suscita una crescente ammirazione, a mano a mano che si passa dal pianoterra a quello superiore. Ovunque pregevoli interventi in legno - veri pezzi di ebanisteria - fra specchi d’epoca e collezioni di antiche bottiglie, tappezzerie di pregio tessite a mano, non chè fonti di luce quanto mai felici, tenuto conto dell’altezza dei soffitti.

Un’opera appassionata, de-gna di ogni ammirazione, alla quale Pino Giordano e il figlio Francesco - intelligenza vivace e grande orgoglio nel portare avanti la”filosofia” del padre - non hanno mancato di dare il loro contributo. Specie per quanto riguarda la distribuzione degli ambienti, la collocazione del forno, i servizi di cucina. La pizzeria, infatti, è in grado di gestire ben seicento ospiti ( la metà dei quali nel vasto e suggestivo dehor), in spazi scanditi e accoglienti per garantire sempre una buona riservatezza e un servizio impeccabile, curato da quaranta collaboratori.

Perchè alla qualità della pizza ( che è il risultato di una interminabile ricerca in fatto di farina, componenti dell’impasto, tempi dicrescita e sapienza manuale) va aggiunta la gestione del forno, altra invenzione di Pino Giordano. Qui i piani rotanti assolvono il compito di distribuire il calore in misura omogenea e in tempi assai ridotti, mantenendo cosi la morbidezza dell’impasto.

Credo che a questo punto non vi resti che vivere questa piacevole esperienza. E di parlarne poi con i vostri amici. Perchè una pizza come la Pizzalonga merita di essere divulgata anche oltre i nostri confini.

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